Ngonge nuovo idolo di Napoli: «Volevo lasciare subito il segno»

«Sono entrato con la voglia di cambiare questa partita»

Cyril Ngonge fa festa dopo il gol
Cyril Ngonge fa festa dopo il gol
Eugenio Marottadi Eugenio Marotta
Lunedì 5 Febbraio 2024, 07:00 - Ultimo agg. 18:18
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Lo zampino dell'ex e il gioiello della stella georgiana squarciano il grigiore di una partita che sembrava segnata e fanno luce su di un cielo plumbeo sopra il Maradona. Il Napoli decolla e riprende a volare (si spera) con le sue ali. Ngonge dà il «la» alla rimonta sul Verona - proprio la sua ex squadra - e Kvaratskhelia completa l'opera con un gioiello di rara bellezza. Sono i due esterni azzurri ad avere fatto la differenza ieri pomeriggio al Maradona contro l'Hellas.

Cyril Ngonge entra a partita in corso, esattamente come aveva fatto con la Lazio la settimana scorsa, e mostra subito pezzi interessanti del suo repertorio, riuscendo ad incunearsi nelle maglie della difesa avversaria.

Rispetto alla sfida dell'Olimpico, però, il 23enne belga riesce a fare anche meglio. È suo il colpo, su assist di Lindstrom, che avvia la rimonta dei campioni d'Italia dopo la rete di Coppola che aveva gelato il pubblico di Fuorigrotta. Poco importa che il tiro sia deviato da Dawidowicz a cui è stata assegnata l'autorete. Ngonge si vede così tolto il suo primo sigillo in maglia azzurra (che è comunque una mezza amarezza sul piano personale), ma resta il gesto tecnico, l'inserimento vincente e sopratutto il buon impatto sulla partita. Esattamente come aveva fatto all'Olimpico contro la Lazio. A fine gara, il calciatore acquistato dal Napoli poche settimane or sono (per la cifra di 18 milioni di euro più bonus proprio dal Verona), fatica a trattenere l'emozione. «Difficile da descrivere l'azione che ha portato al gol e sopratutto le sensazioni dopo la rete del pareggio - ammette Cyril - È stato tutto incredibile. In questo stadio, poi, è un'emozione bellissima». L'attaccante, che proprio con la maglia dell'Hellas in questo campionato ha già messo a segno sei gol prima di passare al Napoli, sembra essersi integrato immediatamente nello spogliatoio azzurro e parla già come se fosse un veterano. «Ho pensato al gruppo - aggiunge - volevamo vincere tutti insieme, abbiamo fatto una bella partita, ma mancava questo gol». La rete è arrivata proprio grazie a lui. «Sono entrato con la voglia di cambiare questa partita e l'abbiamo fatto tutti insieme». Una pausa, giusto il tempio di riavvolgere il nastro dell'incontro appena passato agli archivi, che aggiunge. «È stata una gara dura contro un bel Verona, questi tre punti sono molto pesanti per noi. Se ho portato positività? Provo ad aggiungere qualcosa a questo gruppo che di per se è già magnifico. Voglio dare tutto per il Napoli».

E se Ngonge ha riaperto la partita, Khvicha Kvaratskhelia l'ha chiusa con un colpo di classe pura. Il talento georgiano era particolarmente ispirato ieri pomeriggio. Khvicha è rientrato in campo dopo la squalifica ed è stato subito incontenibile (c'era un rigore su di lui a inizio partita). Una spina nel fianco della retroguardia scaligera, insomma. Dall'inizio alla fine. Fino a quella magia su cui nulla ha potuto Montipò che pure aveva abbassato la saracinesca neutralizzando parecchie conclusioni del georgiano. Quella no. Ma c'è di più. L'attaccante si è ricordato anche che il Verona è stato fin dall'inizio della sua esperienza in Italia una delle sue vittime sacrificali. Probabilmente, la preferita. Basti pensare che l'anno scorso il suo primo gol in massima serie, coinciso tra l'altro con il primo sigillo in campionato di quelli che sarebbero diventati i futuri campioni d'Italia, lo segnò di testa proprio contro il Verona in trasferta, alla prima di campionato. Non solo. Quest'anno, nella gara d'andata al Bentegodi, Kvara si è ripetuto ed ha fatto addirittura il bis, innescando una doppietta che stese la squadra di Baroni costretta a capitolare sotto i suoi colpi a cavallo dei due tempi. 

 

Ieri l'apoteosi. Dopo averci provato a più riprese, Kvaratskhelia ha tirato fuori dal cilindro un gioiello di rara bellezza, realizzando il sesto sigillo in campionato. Khvicha ha ricevuto palla sulla tre-quarti da Mazzocchi, si è girato eludendo un avversario, ha inquadrato l'obiettivo, ha preso il contagiri ed ha esploso un destro terra-aria da oltre 20 metri carico di effetto che si è infilato alle spalle di Montipò. Un colpo di genio. Una magia nello stadio che porta il nome del Dios e che ha fatto esplodere di gioia i 40mila del... Maradona. Una perla - l'ennesima - che Kvara ha dimostrato di avere nel suo repertorio. 

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