Nigeria-Costa d'Avorio 1-2, Osimhen torna a Napoli senza la Coppa d'Africa

Gli elefanti vincono in rimonta con il ritorno di Renard

Tutta la delusione di Victor Osimhen
Tutta la delusione di Victor Osimhen
di Angelo Rossi
Lunedì 12 Febbraio 2024, 07:00 - Ultimo agg. 16:35
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Niente triplete, sfuma la Coppa d'Africa per Osimhen e la sua Nigeria: scudetto con il Napoli, il Pallone d'Oro africano e il trionfo in Coppa d'Africa. Tutto insieme, tutto in nove mesi, tutto per la prima volta: avrebbe coronato il proprio sogno dopo il tricolore azzurro, il premio come miglior calciatore africano ma non ha mai alzato la Coppa del suo continente che fa diventare chi vince i campioni d'Africa, come il campionato d'Europa dalle nostre parti. Trionfo per la Costa d'Avorio (2-1), è la terza volta per gli arancioni, l'Egitto con sette successi resta la nazione più titolata. 

Come tutte le finali, è stata una gara fisica e abbastanza tattica, con il confronto tra due leader assoluti: il napoletano Osimhen da una parte e dall'altra l'ex milanista Kessie, sfida andata in onda già durante la prima fase di qualificazione quando le due nazionali erano state inserite nello stesso raggruppamento, vinse la Nigeria ma è chiaro che la rivincita in finale ha avuto un altro sapore.

La Costa d'Avorio ha cambiato faccia dopo il clamoroso avvicendamento in panchina: agli ottavi con il fiatone e ripescata come migliore terza, aveva licenziato Gasset per richiamare a furor di popolo Hervé Renard (alla guida della nazionale nell'ultimo trionfo del 2015) che ha garantito il cambio di marcia e la vittoria bis.

Pur non partendo con i favori del pronostico, il ct portoghese Peseiro e la Nigeria hanno disputato una finale accorta, speculando sulle ripartenze, soccombendo nel possesso e trovando il vantaggio improvviso con Ekong.

Victor Osimhen e soci hanno però commesso l'errore di abbassarsi nella ripresa, lasciando sempre l'iniziativa agli avversari, badando troppo alla fase difensiva e così è arrivata la rimonta firmata da Kessie e Haller, alla fine meritata perché la reazione nigeriana è stata blanda. Maluccio Victor ieri in finale, ha rimediato un paio di colpi duri ma non è uscito dal campo, del resto in questo torneo non è mai stato in condizioni ottimali. Un solo gol, quello realizzato nella gara d'esordio contro la Guinea ma una presenza costante per i compagni, un punto di riferimento di tutto lo spogliatoio, tanto che il ct Peseiro non è mai stato assalito dal dubbio di escluderlo, nemmeno quando non era al top, e per preservarlo in finale lo aveva sostituito a sorpresa in semifinale pochi minuti prima dei calci di rigore. «È un leader questo giocatore», ha più volte detto l'allenatore. 

Resta un leader perché è con lui che si confrontano i compagni, è Victor che nell'ultimo mese di preparazione non si è mai risparmiato in allenamento, distribuendo sorrisi e consigli, l'atalantino Lookman e il milanista Chukwueze sembrano pendere dalle sue labbra tanto è il carisma che sa trasmettere il bomber del Napoli. Ieri buona volontà ma poco presente sotto rete, penalizzato dall'atteggiamento tattico troppo difensivo: smaltita la delusione, a Osimhen sono state concesse 24 ore per organizzare il rientro. È atteso al massimo mercoledì a Castel Volturno, sarà quindi disponibile per il match di campionato contro il Genoa. Victor ha giocato l'ultima partita col Napoli il 23 dicembre a Roma, saltò la successiva contro il Monza perché squalificato. Saranno questi i suoi ultimi mesi a Napoli, con 120 milioni lascerà il club. 

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