A Monteforte Irpino, la fabbrica dei soldatini

Angelo Autolino e Fabio Spiezia hanno creato Fireforge Games regno dei wargames

Una scena di guerra ricreata da Fireforge Games
Una scena di guerra ricreata da Fireforge Games
di Massimo Roca
Mercoledì 21 Febbraio 2024, 00:00 - Ultimo agg. 09:47
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«Alla tua età pensi ancora ai soldatini»: Angelo Autolino questa frase l’ha sentita tante volte. Ma come uno dei quei soldatini non si è lasciato scalfire. Insieme al socio e appassionato, Fabio Spiezia, nel 2011 ha creato Fireforge Games, casa editrice ma soprattutto regno dei wargames, giochi da tavolo che riproducono scenari di guerra in miniatura.

A Monteforte Irpino sono concepiti soldatini in plastica (in formato dai 26 ai 28 mm) e regolamenti di gioco per ricreare battaglie storiche o fantasy. In questo settore in Italia è un’azienda leader in un contesto in cui le inglesi sono state sempre padrone del mercato. L’azienda irpina, organizzata intorno ad un gruppo di giovani e valenti professionisti (Francesco Velotto, Giuseppe Russo, Antonio Troiano) esporta in tutto il mondo, dagli Stati Uniti al Giappone, dalla Russia al Kazakistan e per finire proprio nella patria dei wargames, l’Inghilterra. Fireforge si è specializzata nel Medioevo.

Dalle crociate ai conquistatori arabi in Spagna, fino all’ultima linea legata ai samurai giapponesi del XV e XVI secolo. Altro che gioco per ragazzini. Si parte da un’accurata documentazione iconografica, spesso difficile da reperire. Si passa poi a progettare la linea di soldatini: entra in campo lo scultore. Qui cominciano le dolenti note italiche. Difficile recuperare artisti che siano anche tecnici che cioè realizzino il modello in funzione di quella che dovrà essere la produzione in serie. Fireforge si rivolge all’estero: inglese, rumeni, egiziani. Il prototipo viene realizzato con una stampante 3d. La produzione viene fatta per lo più in Inghilterra: «Il paradosso è che qui manca il know-how, per cui in Italia si stampano tranquillamente le prese domestiche per la corrente, ma non i soldatini che invece si realizzano in Inghilterra utilizzando macchinari italiani». E non va meglio con il package: «Abbiamo provato a portare il lavoro qui anche a prezzi superiori, ma i risultati sono stati drammatici». Anche l’artwork arriva da disegnatori stranieri. Tra i più prestigiosi il polacco Mariusz Kozic che oggi lavora per la Sega. La Fireforge preferisce detenere i copyright dei disegni: «Siti antisemiti usavano i nostri disegni della serie I Teutonici. Siamo potuti intervenire».

I wargames aprono ad un altro modo di intrattenimento. Ci s’incontra, si creano club, associazioni e si abbina anche il fai date: resta infatti all’utilizzatore finale il compito di dipingere i soldatini o creare gli scenari per le battaglie secondo regolamenti codificati e pubblicati dalla stessa azienda irpina. «All’estero i wargames sono strumento per insegnare la storia. Qui non abbiamo questa cultura. Oggi c’è qualche scuola che sta lanciando progetti in tal senso. Alcuni anni fa lanciammo la proposta di realizzare a nostre spese una bacheca mensile in ogni scuola di Avellino che riproduceva uno scorcio della battaglia. Sarebbe stato lo spunto per una lezione i storia ma anche di educazione tecnica e/o artistica con materiale offerto da noi. Non ci fu risposta». Il mercato italiano resta ancora una nicchia: «Dopo la Brexit sono aumentati i negozi che si riforniscono da noi». Sono 328 prodotti in catalogo. Buono il rapporto con le concorrenti inglesi: «Un’azienda di materiali scenici per il periodo dei samurai ci ha inviato del materiale gratis. Quando abbiamo iniziato la “linea sulle crociate”, altre aziende inglesi si sono complimentate e ci hanno dato supporto».