Arriva dal Sannio la proposta di legge, presentata in V Commissione, in Regione Campania per regolamentare le procedure e i tempi per l’assistenza sanitaria al suicidio medicalmente assistito, ai sensi e per effetto della sentenza numero 242/2019 della Corte costituzionale.
Autore della proposta è stato Luigi Abbate, consigliere regionale e medico di base che, per motivi di lavoro, in più occasioni si è trovato nella condizione di dover dire no ai pazienti che, di fronte a un percorso di sofferenze senza speranza, avrebbero voluto porre fine alla propria esistenza.
«Questa proposta di legge regionale - spiega il consigliere - si pone l’obiettivo di definire il rispetto e la diretta applicazione relativamente ai ruoli, procedure e tempi del Servizio sanitario nazionale/regionale di verifica delle condizioni e delle modalità di accesso alla morte medicalmente assistita, affinchè l’aiuto al suicidio non costituisca reato, così come delineato dalla sentenza della Corte costituzionale Antoniani/Cappato 242/2019».
Sentenza con cui i giudici «hanno individuato una circoscritta area in cui l’incriminazione per aiuto al suicidio ex art. 580 del codice penale non è conforme a Costituzione.
Le argomentazioni addotte da Abbate hanno già sortito un primo effetto: la V Commissione regionale Sanità e sicurezza sociale, presieduta da Vincenzo Alaia ha deciso di costituire un tavolo tecnico per procedere ad un approfondimento tecnico giuridico della materia.