Coronavirus a Benevento, 10 guariti
ma un nuovo contagio dal Fortore

Coronavirus a Benevento, 10 guariti ma un nuovo contagio dal Fortore
di Luella De Ciampis
Sabato 30 Maggio 2020, 08:51 - Ultimo agg. 15:05
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All'ospedale «Fatebenefratelli» giovedì mattina è stato ricoverato un anziano di Castelfranco in Miscano con una difficoltà respiratoria di lieve entità. Secondo il protocollo illustrato dal direttore sanitario Giovanni Guglielmucci, il paziente è stato sottoposto al test sierologico prima di essere trasferito in reparto ed essendo risultato positivo al Coronavirus è stato subito isolato nel reparto Covid con quattro camere per gestire i pazienti infetti, cui si accede con un ascensore dedicato. Si tratta del primo paziente Covid in degenza al Fatebenefratelli. In precedenza solo un'altra persona positiva era transitata per l'ospedale nel periodo dell'emergenza prima di essere trasferita al «Rummo». Comunque, picco in discesa dei contagi, scesi da 29 a 20 e conseguente impennata delle guarigioni che hanno raggiunto quota 169 (giovedì erano 159), sempre con riferimento ai residenti nel Sannio. Al «Rummo» restano in degenza due pazienti non ancora negativizzati, mentre dei 120 tamponi analizzati uno solo ha dato esiti positivo. Intanto, il sindaco di San Lorenzo Maggiore Carlo Giuseppe Iannotti ha emesso un'ordinanza per il nucleo familiare di una persona contagiata, messa in quarantena, mentre vengono registrare tre guarigioni nel paese.

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«Voglio che la mia gente sia al riparo anche nel caso in cui l'epidemia dovesse ripresentarsi». Così il sindaco Clemente Mastella nel corso della cerimonia di donazione di 100 caschi di ventilazione al «Fatebenefratelli», effettuata dall'associazione «Amiamoci», fondata, tra gli altri, dagli imprenditori Diego della Valle e Luca Cordero di Montezemolo. Ad accoglierlo il priore fra Gian Marco Languez, il direttore sanitario Giovanni Gulielmucci, il direttore amministrativo Giovanni Carozza e il primario di Pneumologia Maria Cusano. «Sono devices dice Cusano da utilizzare nei pazienti con insufficienza respiratoria lieve e un quadro clinico non tanto compromesso da richiedere la ventilazione meccanica. Hanno un ruolo importante per scongiurare la possibilità di ricovero in Terapia intensiva». Il sindaco, poi, ha raggiunto il «Rummo», per la consegna di altri 100 caschi. «Mi sono adoperato spiega per la donazione perché ho pensato di dare la possibilità ai cittadini di essere tranquilli e consapevoli che in ospedale si può essere curati. C'è il massimo impegno per rendere efficiente la sanità e per essere presenti anche in futuro se il virus dovesse tornare. In città abbiamo fatto una massiccia operazione di screening con 3000 tamponi che, nella quasi totalità, hanno dato esito negativo (pare ce ne siano solo due o tre positivi) e, a breve, ne faremo altri duemila». «Ringrazio il sindaco dice il digì Ferrante cui chiederemo un aiuto per ampliare ulteriormente l'ospedale. Abbiamo riattato uno spazio di 1400 metri quadri al padiglione San Pio e stiamo lavorando nel padiglione Moscati per la riorganizzazione di tre o quattro piani da destinare a 10 posti di terapia intensiva e alle sale operatorie. Siamo riusciti a gestire l'epidemia, agendo con tempestività, grazie anche al confronto quotidiano in videoconferenza con tutte le istituzioni che ci ha consentito di risolvere le criticità nell'immediato. Nell'area Covid, dall'inizio della pandemia sono transitati 290 pazienti, 80 dei quali sono risultati positivi, mentre per 24 non c'è stato nulla da fare. L'ultimo decesso è stato quello della 76enne di Pago Veiano che era guarita e per questo dimessa dall'ospedale dopo essere risultata negativa ai due tamponi di controllo.

Poi si è riammalata. Non è un evento allarmante, è un caso isolato e ci può stare». Dal primo giugno, infine, la casa di cura Gepos di Telese Terme riparte con l'attività ordinaria, dopo le operazioni di screening ai dipendenti e la sanificazione degli ambienti. «Il cerchio si chiude - dice Antonio De Vizia presidente del gruppo De Vizia Sanità - abbiamo sfidato noi stessi e le competenze di ognuno per potenziarle, dimostrando di essere in grado di dare una mano al sistema sanitario pubblico».

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