Covid a Benevento, altri decessi al Rummo:
sospese tutte le attività di Cardiologia

Covid a Benevento, altri decessi al Rummo: sospese tutte le attività di Cardiologia
di Luella De Ciampis
Venerdì 30 Ottobre 2020, 09:45 - Ultimo agg. 12:12
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Altri tre decessi in una sola giornata al Rummo. A perdere la vita un 79enne residente in città, ricoverato in Pneumologia subintensiva da alcuni giorni, e due pensionati, di 75 e 70 anni, di Napoli, in degenza nel reparto di Terapia intensiva. Il 79enne sannita era stato ricoverato per un problema che sembrava essere di tipo neurologico ma era stato spostato nell'area Covid in seguito alla positività evidenziata dal tampone di controllo fatto appena arrivato in ospedale. Sono diciotto, dall'inizio di agosto, le morti di pazienti al Rummo, di cui dieci residenti nel Sannio e otto di fuori provincia. Un bilancio pesantissimo che si sta aggravando con il passare delle ore con un'escalation delle morti che non ci si sarebbe mai aspettati. Intanto, sale a 94 il numero dei ricoverati nell'area Covid, con 41 persone residenti nel Sannio e 53 provenienti da altre province. Ieri sono stati processati 200 tamponi, 35 dei quali sono risultati positivi. Di questi, 30 rappresentano nuovi casi. Notizie confortanti arrivano, invece, dal report quotidiano dell'Asl che annovera 56 guariti in una sola giornata, per un totale di 320. Scende, invece, a 611, 43 in meno rispetto a mercoledì, il conto totale dei positivi con soli 13 nuovi contagi nelle ultime 24 ore.

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Intanto, emergono nuovi elementi, peraltro confermati da una nota dell'azienda ospedaliera, riguardo alla positività di 14 persone tra pazienti (tre su nove sono stati dimessi nel pomeriggio) e personale del reparto di Cardiologia, diretto da Marino Scherillo. «Nel quadro dell'ordinaria attività di sorveglianza epidemiologica viene sottolineato nella nota - in atto presso l'azienda ospedaliera, nel reparto di Cardiologia è emersa la positività di nove pazienti sui sedici ricoverati, di un dirigente medico e di quattro infermieri, mentre, nessuna positività è stata rilevata per quanto riguarda i pazienti in degenza nell'unità di Terapia Intensiva Coronarica (Utic).

In via prudenziale sono state sospese tutte le attività del reparto e i dipendenti positivi sono stati mandati in isolamento domiciliare, mentre i pazienti sono stati tempestivamente trasferiti nell'Area Covid. I locali dell'intero reparto sono stati già sanificati, per consentire la ripresa dell'ordinaria attività e il rientro immediato nel circuito regionale della rete Ima (infarto miocardico acuto) già a partire dal primo pomeriggio di domani (oggi, ndr)». I contagi si stanno moltiplicando e gli schemi sono saltati perché, al momento, non è più possibile riuscire a separare le persone sane da quelle positive per la massiccia presenza di asintomatici. Peraltro, al Rummo e anche in Cardiologia, ci sono infermieri e medici provenienti dalle province di Napoli, di Caserta, di Avellino che, sebbene siano sottoposti a controlli epidemiologici ciclici, al di fuori dell'ospedale conducono una normale vita familiare e sociale che non è possibile tracciare e controllare.

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Nell'ottica di potenziamento dell'area Covid, è stato stabilito di reclutare medici e infermieri in servizio presso il presidio ospedaliero di Sant'Agata de' Goti. Si tratta di circa venti infermieri e di cinque medici che dovranno interagire nell'area Covid. Una pratica, quella del dislocamento del personale, che ha seminato lo scompiglio tra le file del personale sanitario. L'organizzazione sindacale Cimo Fesmed, interpretando il malcontento dei colleghi, in una nota indirizzata al direttore sanitario Giovanni Di Santo e al direttore medico di presidio Pasquale Di Guida chiede la revoca del provvedimento di disposizioni di servizio immediate e temporanee che impongono il trasferimento di medici in pronto soccorso e in area Covid, pur continuando a garantire le prestazioni urgenti di propria competenza. Il sindacato chiede che «se si è tenuto conto che si tratta di medici in possesso delle necessarie competenze in merito; se in questi cinque mesi intercorsi tra la prima e la seconda fase della pandemia sono stati adeguatamente formati; se i medici contattati sono a conoscenza delle tecniche e delle metodiche specifiche per assistere adeguatamente i pazienti ricoverati nelle terapie subintensive; se i turni di servizio garantiscono l'adeguato riposo secondo le vigenti disposizioni contrattuali; se sono stati adottati i necessari percorsi aziendali anti-Covid a tutela della sicurezza degli operatori sanitari, considerato che si tratta di assistenza medica in aree di emergenza/urgenza a elevato rischio di contenzioso, che espone i dirigenti medici non specialisti del settore a possibili rivalse economiche individuali. 

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Intanto, la Regione ha formalizzato richiesta ufficiale agli ospedali privati di mettere a disposizione posti letto per i pazienti Covid. Un provvedimento che coinvolge anche l'ospedale Fatebenefratelli che potrebbe mettere a disposizione una ventina di posti letto. «Stiamo valutando dice il direttore amministrativo Giovanni Carozza la possibilità di concedere un valido aiuto in questa fase emergenziale. Certo non ci tireremo indietro di fronte alle necessità del territorio ma dobbiamo considerare i percorsi, le precauzioni da adottare e le attività da intraprendere per poi dare una risposta ufficiale agli organi regionale che sarà formalizzata nei prossimi giorni».

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