Hortus, è gelo tra Paladino e il Comune

Hortus, è gelo tra Paladino e il Comune
Martedì 30 Giugno 2015, 10:36
3 Minuti di Lettura
«Dispiace che davanti alla generosità di un artista per la propria terra ed all'attenzione riposta nella tutela e salvaguardia di quei luoghi nell'interesse della collettività, ci siano queste risposte da parte dell'amministrazione». È la conclusione alla quale perviene Eugenio D'Andrea, che cura gli interessi legali di Mimmo Paladino. In nome e per conto del Maestro, l'avvocato segnala che si resta allibiti da quanto riportato nell'articolo pubblicato da «Il Mattino» il 29 giugno riguardo l'Hortus. «L'opera, realizzata sull'area di proprietà del Comune (in epoca antecedente alla data di inaugurazione dell'Hortus) appartiene, in ogni caso, al Comune – concludeva il parere reso dal responsabile dell'Avvocatura del Comune di Benevento -. Ne discende, quindi, la nullità e/o inefficacia del succitato atto di donazione (intervenuto, peraltro, nel 2007, a distanza di ben 15 anni dalla realizzazione dell'Hortus Conclusus) posto che oggetto di donazione può essere soltanto un diritto su un bene determinato, che si trovi nel patrimonio del donante».



Secondo il legale di uno dei principali esponenti della Transavanguardia (artista, pittore, scultore e incisore nato a Paduli, le cui opere opere sono collocate in permanenza in alcuni dei principali musei internazionali, tra questi il Metropolitan Museum of Art di New York, c'è una confusione assoluta circa la differenza fra la proprietà del suolo e la proprietà delle opere, nonché sul significato della prestazione dell'autore, «che ha un valore ed una dignità assoluta e del tutto differente dal lavoro svolto dalla fonderia che in via puramente esecutiva si limita a realizzare materialmente le opere». «Nel chiarire e ribadire – per fugare ogni dubbio - che il maestro non ha mai richiesto e percepito nulla per la propria prestazione artistica, intendendo donare le opere alla sua città, si vuole nuovamente richiamare l'attenzione anche sui profili afferenti il diritto morale dell'autore così come garantito dalla legislazione che ne sancisce in modo inequivocabile la salvaguardia con le connesse azioni a tutela. Stupisce, inoltre, la posizione dell'avvocatura come riportata sul giornale – in merito alla quale ci riserviamo di leggere gli atti - dal momento che sia il maestro Paladino sia tanti altri artisti del medesimo settore hanno formalizzato donazioni modali ad enti pubblici senza alcun problema di sorta. Un esempio per tutti - che riguarda il medesimo artista ed un'amministrazione a voi vicina - l'Elmo apposto sul Maschio Angioino realizzato a cura e spese del Comune di Napoli per quanto attiene i costi di realizzazione e senza alcun compenso da corrispondere all'autore Paladino che, appunto, lo ha regalato alla città con regolare atto di donazione modale».



«Svilire ed annullare il senso della donazione dell'opera dell'autore è molto grave nonché offensivo – conclude l'avvocato D'Andrea -. Alla luce del protrarsi di questa incresciosa situazione, senza ulteriore indugio, si procederà nelle competenti sedi con un'azione che fino ad oggi si intendeva scongiurare per non mettere in contrasto il maestro Paladino con l'amministrazione della sua città. Purtroppo la linea scelta dal Comune, nonostante i numerosi appelli bonari del mio cliente, non lascia adito ad altre soluzioni».
© RIPRODUZIONE RISERVATA