L'Arco e il Lapidarium, bocciata la «wish list»

Il progetto del Lapidarium
Il progetto del Lapidarium
di Paolo Bocchino
Domenica 1 Ottobre 2023, 12:18
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Niente fughe in avanti. Sarà un comitato di esperti a stabilire quali reperti potranno essere opportunamente esposti nel lapidarium all'Arco di Traiano. È questa l'impostazione corretta, secondo la Soprintendenza, da dare alla vicenda che sta provocando qualche fibrillazione finora rimasta sotto traccia. Linea anticipata dal titolare dell'ufficio ministeriale Gennaro Leva, che conferma il diniego al trasferimento sic et simpliciter dei beni richiesti dal Comune, attualmente collocati nel Museo del Sannio, al Teatro Romano e nei locali della stessa Soprintendenza: «Non è pensabile spostare opere di grandissimo valore e di notevole delicatezza, sulla base di una lista "à la carte" - spiega il soprintendente -. Si tratta di beni di estrema importanza e che hanno duemila anni.

Attualmente sono ospitati in strutture museali o comunque vigilate, cosa diversa è collocarli in un'area all'aperto, ancorché inaccessibile dall'esterno. Bisogna inoltre verificare lo stato di conservazione delle singole opere. Va considerata la complessità connessa al trasferimento di reperti particolarmente voluminosi e pesanti, così come la questione legata all'assicurazione dei beni contro danneggiamenti. Senza dimenticare - aggiunge Leva - che occorre il nulla osta della Direzione generale del ministero. Tutti aspetti messi in rilievo dall'istruttoria condotta dal responsabile archeologico Simone Foresta che fa da base al parere negativo che mi accingo a firmare e notificare». Destinata dunque a cadere nel vuoto la richiesta formulata nello scorso luglio dai funzionari comunali, che avevano inserito nella «lista dei desideri» reperti del calibro delle statue acefale di Traiano e Plotina insieme al coevo profilo del Littore romano, oggi di stanza al Museo del Sannio.

Stessa sorte per la epigrafe marmorea che attesta la realizzazione della Via Traiana da parte dell'imperatore «padre» anche dell'Arco, rinvenuta a Ponte Valentino nel 1985 e oggi meraviglia d'ingresso al Teatro Romano. Nell'elenco figurava pure una sfinge egizia in granito rosso, dal corpo ben delineato ma priva di testa, probabile testimonianza del Tempio cittadino di Iside, attualmente depositata nei locali ministeriali di viale degli Atlantici.

Pezzo, peraltro, richiesto anche dalla Provincia nell'ambito dell'iter per il riconoscimento del Museo egizio. È ben nota negli ambienti la contrarietà del Museo del Sannio al trasferimento dei propri gioielli, tanto più nei termini vaghi indicati nella istanza del Comune che parlava genericamente di «prestito temporaneo rinnovabile».

Beni che rappresentano un asset fondamentale della sezione archeologica del principale sito espositivo della provincia. Per le due statue, peraltro, è già in programma il restauro delle superfici che dovrà essere eseguito in sito. E lo stesso mood si respira al Teatro Romano, dove all'epigrafe traianea commemorativa della bretella costola della Via Appia è stato dedicato un apposito spazio che accoglie i 30mila visitatori annuali. Sarà un consesso di saggi a sbrogliare la matassa: «Formeremo un comitato scientifico - anticipa Leva - che si occuperà di valutare quali bene sia opportuno collocare nella teca. Ne faranno parte esperti di comprovata competenza che supporteranno la Soprintendenza nell'indicare l'allestimento più idoneo. C'è tutto il tempo e la volontà di individuare una soluzione che possa consentire al Comune di realizzare un'opera di pregio, con il nostro pieno consenso».

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Va ricordato in proposito che la Soprintendenza nel parere reso a ottobre 2021, pur imponendo il netto ridimensionamento della teca, dichiarò di «supportare caldamente l'idea di realizzare un lapidarium, in quanto nei propri depositi sono giacenti reperti di grosse dimensioni in pietra lavorata quali frammenti architettonici, iscrizioni su pietra, sarcofagi, che sarebbe giusto restituire alla odierna collettività». È evidentemente da tale giacimento che si dovrà attingere per ornare la parte «fisica» della suggestiva teca, in abbinamento alla componente virtuale che promette meraviglie come una galleria di immagini storiche tra le quali spicca un disegno dell'Arco attribuito al sommo genio di Michelangelo Buonarroti. 

 

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