Sant'Agata de' Goti, evitata la chiusura del pronto soccorso dell'ospedale Sant'Alfonso

Il Rummo corre ai ripari: manifestazione di interesse per il conferimento di 5 incarichi di lavoro autonomo per tre mesi

L’ospedale Sant’Alfonso dei Liguori di S. Agata
L’ospedale Sant’Alfonso dei Liguori di S. Agata
di Luella De Ciampis
Venerdì 12 Aprile 2024, 00:00 - Ultimo agg. 08:20
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Il Rummo corre ai ripari per scongiurare la chiusura dell'unità complessa di Medicina d'urgenza e Pronto soccorso del Sant'Alfonso Maria de’ Liguori e indice un avviso pubblico per manifestazione di interesse, finalizzato al conferimento di 5 incarichi di lavoro autonomo per tre mesi che prevede anche la partecipazione dei medici in quiescenza.

L'atto

Il provvedimento contempla un'attività di in massimo di 38 ore settimali e la proroga di altri tre mesi, qualora dal concorso Unico regionale non arrivasse alcuna disponibilità da parte dei vincitori di essere assegnati al presidio ospedaliero di Sant'Agata de' Goti. Alla selezione dell'ospedale cittadino, oltre agli specialisti della branca delle emergenze e delle discipline equipollenti e a tutti i medici in possesso dei requisiti previsti dalla normativa vigente, possono accedere anche i professionisti già in pensione, aumentando la possibilità di adesione, visto che in più occasioni e da più parti, è stato chiesto di aprire le porte dell'ospedale «richiamando alle armi» anche chi non è più in servizio per limiti di età, per colmare le carenze.

Nel mese di marzo, il direttore dell'unità complessa di Emergenza urgenza aveva rappresentato alla direzione strategica l'impossibilità di assicurare la continuità del servizio h24 al Pronto soccorso del Sant'Alfonso, a causa della grave carenza di medici.

Fino a questo punto, l'azienda ospedaliera ha messo in atto tutte le procedure previste per reintegrare il personale in organico, attraverso il concorso cui hanno partecipato solo cinque medici, e inoltrando la richiesta di ore in convenzione a tutte le aziende ospedaliere e sanitarie della Regione Campania per coprire i turni e garantire la continuità del servizio al Pronto soccorso di Sant'Agata, nell'arco delle 24 ore. Richiesta che, allo stato attuale, non è stata oggetto di alcuna risposta di adesione.

La soluzione

Attualmente, è in atto l'iter del concorso unico regionale che prevede l'assunzione di 363 medici da destinare ai reparti dell'emergenza dell'intero territorio e l'azienda ospedaliera ha richiesto 13 unità, prevedendo una destinazione di 8 professionisti al Rummo e di 5 al Sant'Alfonso. La manager Maria Morgante è riuscita a coprire i turni del mese di aprile e a evitare che il Pronto soccorso rimanesse chiuso durante le ore notturne ma si tratta di una soluzione a tempo e quindi è imprescindibile che si riesca a reperire il personale necessario per poter continuare ad assicurare l'erogazione del servizio anche nei mesi successivi. La carenza di personale medico nei reparti dell'emergenza investe direttamente anche il presidio ospedaliero del Rummo per cui, qualora non si dovesse riuscire a reperire in nessun modo il contingente medico disposto a effettuare i turni, per forza di cose, si dovranno fare scelte diverse.

Il parere 

«Il problema della sanità – dice Luigi Abbate, consigliere regionale e medico di base – non è regionale né locale ma nazionale per cui il Governo deve stabilire con chiarezza in quale direzione andare. Se privilegiare il servizio pubblico o incentivare la privatizzazione dell'assistenza. Le criticità dei Pronto soccorso dell'azienda ospedaliera e del servizio 118 dell'Asl non sono risolvibili attraverso i concorsi che puntualmente vanno deserti ma potrebbero essere affrontate cercando altre soluzioni che richiedono un impegno economico notevole».

«Avevamo proposto - rimarca - di affiancare i medici di famiglia e della continuità assistenziale a quelli dell'emergenza per smistare i codici verdi e bianchi e pare che attualmente in Regione si stia prendendo in considerazione anche questa possibilità. Tuttavia, io credo che il decreto 41/2019, previsto per la struttura di Sant'Agata de' Goti, non si possa attuare perché abbiamo i tetti di spesa ancorati a 12 anni fa e ad oggi non esiste un piano ospedaliero in grado di stabilire quante risorse umane sia possibile reclutare con i fondi a disposizione».

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