Museo di Capodimonte, Sylvain Bellenger lancia l'operazione Louvre

Il direttore del museo accoglie la delegazione francese e raduna i mecenati partenopei

Sylvain Bellenger accoglie la delegazione francese
Sylvain Bellenger accoglie la delegazione francese
Maria Pirrodi Maria Pirro
Venerdì 21 Aprile 2023, 11:00 - Ultimo agg. 15 Maggio, 18:21
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La «Caduta dei giganti» è alleggerita dallo strato di polveri rimosso con il restauro; modellata da Filippo Tagliolini, la purezza della porcellana vuole ammaliare Parigi. Con «Danae» di Tiziano adagiata tra gli ori della nuova cornice, non l'unica acquistata grazie ai mecenati di Capodimonte. «Solo per la mostra al Louvre ci hanno dato 750.000 euro, tramite l'art bonus» dice Sylvain Bellenger, soddisfatto e mai pago, il direttore del museo, custode dei tesori, e del tesoretto, che ha riunito galleristi, professori, imprenditori, tra gli stucchi di palazzo Ischitella. Giovanni Lombardi con la moglie Angela d'Anna, padrone di casa o meglio di metà edificio che conserva il fascino della storia e accoglie gli uffici di app innovative, fondatore di Tecno, è un sostenitore dell'operazione franco-partenopea. Impresa che si compirà il 7 giugno con l'inaugurazione di tre esposizioni oltralpe in un allestimento d'eccezione. Nel Salon Carré, nella Grande Galerie e in Salle Rosa, i capolavori napoletani si mescoleranno agli altri del Louvre, per sei mesi, proponendo ai 30.000 visitatori al giorno una visione straordinaria della pittura italiana, dal XV al XVII secolo. 33 i dipinti in trasferta: con Tiziano, Caravaggio, Carracci, Guido Reni. E la «Crocifissione» di Masaccio, fiorentino simbolo del Rinascimento, ma assente nelle collezioni permanenti sotto la Piramide di vetro. 

«Opere di Capodimonte, come quelle di Parmigianino e Jusepe de Ribera, sono persino superiori alle nostre» riconosce Sèbastien Allard, responsabile del dipartimento di Pittura del Louvre, con Charlotte Chastel, responsabile della pittura spagnola e delle cornici, fino a oggi in città («Ma, se voi siete in 2500, noi in 5 facciamo, ognuno, il lavoro di 50», sottolinea Bellenger).

Sono loro gli ospiti d'onore nella speciale serata di mercoledì 19 che il direttore vorrebbe non finisse mai: difatti, presenta 110 (centodieci) slide sul lavoro realizzato negli anni, il rifiorire del bosco reale con le panchine personalizzate, adottate dai cittadini, le decorazioni in blu di Santiago Calatrava nella chiesa riaperta da poco per la messa, e la lista è lunga. 

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In risalto gli spazi che si allargano al contemporaneo: con la donazione di Lia e Marcello Rumma, 73 opere dei maggiori artisti italiani dagli anni Sessanta, con un focus sull'arte povera. «Perché restino in città, oramai sono napoletana di adozione», sorride la gallerista. Poi prende il microfono Angela, moglie di Mimmo Jodice, il maestro che ha lasciato oltre 150 suoi scatti e abbracciato l'idea di creare lì un punto di riferimento per la fotografia. Anche per questo è in corso una ricerca fondi: al ministero della Cultura, per gli allestimenti, nel 2025, non previsti all'epoca dei lavori. «Tanto rimane da fare», Bellenger riprende a elencare piccoli e grandi piani e lancia appelli ai privati, anche se il suo mandato è in scadenza, perché il bando nazionale non prevede un terzo mandato, e il direttore parte-francese e parte-nopeo ha compiuto 68 anni. «Non è fuori, però, per l'età: un parere, proprio del ministero, chiarisce che il limite non ha senso per manager stranieri visto che percepiranno la pensione all'estero», dice Riccardo Pascucci, notaio nell'advisory board del museo, evocando il caso Lissner al San Carlo, ma per promuovere l'opzione commissariamento a Capodimonte. «Perché Bellenger possa completare il lavoro». Soluzione che piace a Patrizia Boldoni, consigliere per la cultura del governatore de Luca: «Assente perché a Milano, ma la Regione ha contribuito per restauri e cornici». In sala ci sono invece, tra i tanti, Giuliano Buccino Grimaldi e Giancarlo Cangiano, Marco Salvatore e la moglie Hilde, Gianfranco D'Amato, Mariella Pandolfi. Il rettore Matteo Lorito e Giorgio Ventre, la console Lise Moutoumalaya, Vito Grassi, Amedeo Manzo, Mariano Bruno, Alessandro di Ruocco, Paolo Cuccia, Gaia Pace. 

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