Era l'inizio degli anni 40 ma non sembrava un territorio in guerra, martoriato dalle bombe e violato da eserciti stranieri. Napoli e la Campania, nelle fotografie del soldato tedesco Hillmar Landwehr reporter della Wehrmacht di stanza sotto il Vesuvio in piena Seconda guerra mondiale - sono soprattutto panorami e campagne, costiere e scorci di vita quotidiana. Dal 18 ottobre al 31 gennaio 2024 all'Archivio di stato saranno in mostra circa 200 scatti nell'ambito dell'iniziativa «A 80 anni dalle Quattro Giornate. Sguardi su Napoli e la Campania nelle relazioni italo-tedesche». Un'operazione che non propone solo l'esposizione fotografica ma anche raccolte di documenti, materiali video e tavole illustrative, e ancora cicli di convegni rivolti a studiosi ed istituti scolastici. Il progetto è curato dal Goethe Institut di Napoli ed è finanziato tramite il Fondo italo-tedesco per il Futuro dall'ambasciata di Germania con contributi anche dell'Università Federico II; è stato anticipato ieri da Candida Carrino, direttrice dell'Archivio, durante la presentazione del portale www.napoli43.it, creato in collaborazione con l'Anpi (Associazione nazionale partigiani italiani) per celebrare la città medaglia d'oro della Resistenza che si liberò, prima e da sola, dal giogo nazifascista.
Il sito raccoglie documenti, fotografie, articoli di giornale e video relativi a quello che ormai anche la storiografia riconosce come l'inizio della Resistenza italiana. Sono stati digitalizzati finora oltre un migliaio di contenuti, «ma la piattaforma è in continuo arricchimento ed evoluzione» dice Ciro Raia, presidente provinciale Anpi, illustrando il programma di eventi che da settembre agli inizi di dicembre sono stati organizzati per ricordare le Quattro giornate nell'ottantesimo anniversario: incontri, momenti musicali e letterari, proiezione di documentari, cortei storici.
Tornando alle immagini dell'esposizione, secondo la direttrice dell'Archivio, «le foto di Landwehr corrispondono a una volontà del soldato di ritrarre il bello dei territori che stava osservando». È stato il Goethe Institut di Napoli a entrare in possesso del materiale fotografico tramite gli eredi del reporter (ma in mostra il pubblico vedrà solo una parte delle immagini, che in tutto sarebbero più di 1.000 scatti). Sono esposte anche foto più istituzionali raccolte da altri archivi: visite dei gerarchi nazisti e di Hitler a Napoli nel maggio 1938, lo scoppio della guerra, i bombardamenti su Napoli e i tentativi di tutela del patrimonio artistico all'arrivo degli Alleati, lo sbarco a Salerno, l'occupazione nazista della regione e le distruzioni operate dai tedeschi durante le Quattro giornate, con le successive rappresaglie e stragi in Campania e nell'Italia centro-meridionale. È essenziale, secondo gli organizzatori, fare di Napoli la lente privilegiata per l'analisi delle relazioni italo-tedesche prima e durante il conflitto, assegnando un ruolo cruciale all'episodio storico delle Quattro giornate: «Cerchiamo di dare il nostro contributo alla pacificazione a 80 anni di distanza: ormai da tempo la Germania ha chiesto scusa, ma sappiamo pure che è una ferita che ci lacera ancora», dice ancora la Carrino. La direttrice dell'Archivio parla anche di una prossima mostra su Pablo Picasso, al via il 16 ottobre: non saranno esposti quadri ma documenti sulle esposizioni che il pittore spagnolo tenne nel 1953 a Roma e Milano, più le copie digitali delle opere presenti in quelle mostre.