Beni confiscati, a Quarto veleni sulla gestione: «Ma non ci faremo intimidire»

Lettere anonime per delegittimare il lavoro del Comune sui beni confiscati

Beni confiscati a Quarto
Beni confiscati a Quarto
di Ferdinando Bocchetti
Giovedì 20 Aprile 2023, 11:00
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Lettere anonime per delegittimare il lavoro del Comune sui beni confiscati. A Quarto, a lungo feudo del clan Polverino, i «corvi» sono tornati in azione e a denunciarlo è Antonio Sabino, sindaco uscente impegnato in una campagna elettorale segnata dalla presenza in campo di altri quattro candidati. «Continuano a verificarsi episodi inquietanti nei confronti dell'amministrazione comunale, del responsabile e dell'intero personale dell'ufficio che gestisce i beni confiscati - sottolinea Sabino in una nota -. Da tempo siamo destinatari di lettere anonime che hanno il chiaro obiettivo di intimidire, delegittimare e ostacolare l'importante lavoro che abbiamo fatto nella gestione e nell'assegnazione dei tanti beni confiscati alla camorra e assegnati con bandi pubblici ad associazioni, enti no-profit, cooperative di diversamente abili, parrocchie e scuole».

L'ultimo episodio, secondo quanto denunciato dal funzionario del settore Patrimonio ai carabinieri, si sarebbe verificato qualche giorno fa negli uffici della sede distaccata del Comune.

Una lettera di due pagine con numerosi riferimenti alle attività dell'amministrazione, accusata, in sostanza, «di voler favorire determinate associazioni o cooperative sociali» e «di pilotare i bandi di gara per le assegnazioni delle strutture sottratte alla criminalità organizzata». Ma non è tutto. Chi accusa anonimamente il sindaco e i funzionari si spinge anche oltre arrivando a sostenere che, in alcuni casi, sarebbero proprio gli esponenti dei clan locali o i loro referenti a ottenere agevolazioni e vantaggi dalle assegnazione dei beni. 

Accuse, teoremi che vengono rispediti con forza al mittente. «Sono episodi inquietanti, ma noi non ci stancheremo di denunciare - argomenta ancora Sabino - Un mese fa, mentre eravamo nel bene confiscato Casa Mehari per un convegno nazionale anticamorra e sui beni confiscati, alla presenza di autorevoli esponenti della magistratura, mi riferirono che alcuni cittadini che volevano assistere ai lavori sarebbero stati avvicinati da parenti di noti pregiudicati e apostrofati in malo modo. Saranno, ad ogni modo, le forze dell'ordine e i magistrati, ai quali abbiamo segnalato tutto, a indagare su ciò che sta accadendo». 

Il Comune di Quarto, nell'arco degli ultimi due anni, ha acquisito o affidato al proprio patrimonio numerosi beni sottratti alla camorra: ville, appartamenti un tempo di proprietà dei referenti dei clan Polverino e Nuvoletta o dei Longobardi-Beneduce, oggi gestiti (come l'Albergo diverso o Casa Mehari) da associazioni e cooperative del territorio. Un attivismo, sul fronte del riutilizzo delle strutture, che non è piaciuto a tutti, in primis ai familiari di qualche ras locale che, nel recente passato, ha manifestato il suo malcontento con offese e insulti a mezzo social. 

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Il Comune di Quarto, intanto, guarda al futuro e parteciperà al Secondo forum nazionale sui beni confiscati, organizzato dalla Regione, in programma venerdì e sabato alla Stazione Marittima di Napoli. Il municipio flegreo sarà presente con lo stand di Radio Mehari per la Legalità, il libro per ragazzi autoprodotto per raccontare nelle scuole della città le attività di antimafia sociale realizzate dal Comune e le tante esperienze di recupero e assegnazione di oltre settanta beni confiscati. 

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