Corrado Ferlaino sulla tomba di Giorgio Ascarelli: «Che emozione essere qui»

Il cimitero israelitico di via Aquileia, a Poggioreale, si anima all'improvviso

Corrado Ferlaino sulla tomba di Giorgio Ascarelli
Corrado Ferlaino sulla tomba di Giorgio Ascarelli
di Giuseppe Crimaldi
Lunedì 11 Settembre 2023, 07:09 - Ultimo agg. 12 Settembre, 07:30
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Nella quiete di una domenica mattina di settembre, il cimitero israelitico di via Aquileia, a Poggioreale, si anima all'improvviso. Porte aperte del sito, in occasione della Giornata europea della cultura ebraica: e nel corso delle due visite guidate per l'anteprima di una mostra dedicata a Giorgio Ascarelli - ebreo napoletano che nel 1926 fondò la squadra del Calcio Napoli - il piccolo cimitero circondato da alberi e aiuole diventa il luogo della memoria e del ricordo.

C'è una folla di gente che ha aderito all'invito lanciato dall'Associazione Memoriae-Museo della Shoah. Famiglie, qualche giovane, qualche cuore azzurro che non ha mai dimenticato il significato della sigla 1926; ci sono i componenti dell'associazione napoletana Italia-Israele, con il suo presidente Giovanni Bini, e anche alcuni discendenti della famiglia Ascarelli, con il professore Alfredo Del Monte e Flavia Pantaleo.

Ma la vera sorpresa è l'arrivo, alle 11, di Corrado Ferlaino. L'ex patron del Napoli dei due scudetti con Diego Maradona arriva a sorpresa, indossando una kippah rossa. «Buongiorno, sono qui per Ascarelli - dice all'ingresso, presidiato dagli agenti della Questura - Vorrei recarmi sulla tomba di Ascarelli». Lo accoglie il giornalista e scrittore Nico Pirozzi, l'artefice del progetto che intende rendere omaggio a questo grande napoletano da troppi dimenticato a poco meno dal centenario della fondazione del Calcio Napoli, che cadrà tra tre anni.

«È una grande emozione essere qui oggi - prosegue l'ingegnere, mentre imbocca il viale alberato del cimitero israelita di Poggioreale - in me il ricordo di Giorgio Ascarelli resta vivo, anche se non ho potuto mai conoscerlo».

Ed è commovente il momento in cui Ferlaino si avvicina alla tomba scempiata dai ladri, che negli anni l'hanno depredata di tutti gli arredi: l'ex presidente della squadra azzurra accarezza il marmo, restando per alcuni minuti in silenzio. Un gran bell'esempio, un gesto che rafforza la convinzione che la fede calcistica può andare di pari passo con l'amore che si dovrebbe per chi ha dato molto alla città e alla sua gente.

Non pervenuta, invece, la Società Sportiva Calcio Napoli, che pure gli organizzatori della mostra avevano invitato per tempo. 

Chi ieri mattina ha potuto partecipare alla visita guidata del cimitero di via Aquileia si è anche potuto rendere conto della importanza del lavoro di ricerca svolto per realizzare la mostra «Ascarelli: un nome e una storia lunga 150 anni» ideata da Pirozzi con la Comunità ebraica di Napoli. Fotografie, stampe, documenti inediti che raccontano la breve quanto intensa vita di Giorgio, ma anche di suo padre Pacifico, che con i fratelli Settimio e Mosè Gabriele si trasferirono da Roma a Napoli dove misero in piedi una florida azienda tessile subito dopo l'unità d'Italia. Uomini illuminati, gli Ascarelli. Pacifico ricoprì anche, nel 1891, la carica di vicesindaco per la sezione Mercato.

Si attende ancora un gesto concreto dell'amministrazione comunale cittadina per ricordare, come merita, Giorgio Ascarelli (che lasciò un'impronta forte anche come filantropo: costruendo un orfanotrofio e uno stadio poi donati a Napoli). «Affidare solo alla data 1926 la storia di una squadra che oggi festeggia il terzo scudetto, dimenticando il nome di chi quel club di provincia trasformò in una società in grado di competere con i grandi club del Nord, sarebbe un'imperdonabile ingiustizia. Ma ciò non accadrà. Siamo fiduciosi». 

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