Metropolitana di Napoli, caos a Garibaldi: barriera anti-rifiuti contro gli allagamenti

L’amministratore di Anm: «Studiamo una copertura da sovrapporre alla vetrata per bloccare il lancio di immondizia che occlude le pluviali»

Metro allagata
Metro allagata
Paolo Barbutodi Paolo Barbuto
Domenica 24 Settembre 2023, 23:46 - Ultimo agg. 26 Settembre, 07:55
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Bisogna fare, finalmente, qualcosa contro gli accumuli di immondizia sulla copertura della stazione Garibaldi e fanno occludere le pluviali causando allagamenti come quello che sabato mattina ha imposto la chiusura dei cancelli per quattro ore consecutive. 

Anm da tempo sta pensando a una soluzione: «Stiamo valutando la maniera migliore per installare una copertura al di sopra di quella attuale per fermare l’immondizia prima che si ammassi sulle vetrate e diventi irraggiungibile», spiega l’amministratore di Anm, Nicola Pascale, il quale conosce il problema fin dal giorno dell’inaugurazione di quella struttura.

Piccolo chiarimento, necessario a chi non conosce la questione. La copertura della stazione si trova qualche metro al di sotto del piano di calpestìo di chi percorre piazza Garibaldi, circondata da un muretto di protezione. Si tratta di una serie di vetrate posizionate ad angolo retto in modo da formare un prisma triangolare: al centro di quelle vetrate si raccoglie l’acqua piovana che viene smaltita dalle pluviali. Al centro di quelle vetrate, però, si concentra anche l’immondizia lanciata dagli incivili che percorrono piazza Garibaldi, che sono tanti e gettano ogni tipo di pattume. 

L’altroieri, per capirci, per sbloccare i canali di scolo, è stato necessario portare via quaranta chili di schifezze: bottiglie, lattine di bibita e di tonno, coppette di gelato, buste mezze piene di indifferenziata, tantissime cartacce.

Ovviamente la domanda che qualunque cittadino si pone è: perché non si va a fare pulizia quotidianamente per evitare che si accumuli l’immondizia? La risposta è imbarazzante: perché il progetto dell’archistar che ha disegnato la piazza non prevede via d’accesso per eseguire la pulizia e così bisogna arrangiarsi calandosi dall’alto, sicché gli interventi di pulizia si limitano a uno al mese, fra immense difficoltà. 

 

Dopo il primo allagamento, che si verificò nel 2015, pochi mesi dopo l’inaugurazione del sottopasso che conduce alla stazione, si decise di installare grosse reti al di sopra delle vetrate, nel tentativo di bloccare il pattume lanciato dall’alto. Quelle reti, però, non bloccano tutto il materiale e l’intasamento da monnezza si ripropone ciclicamente. 

Allo studio c’è la possibilità di sovrapporre una nuova copertura a quella attuale, per evitare l’accumulo di rifiuti. L’idea maggiormente coltivata è quella di sistemare un’altra vetrata al di sopra di quella esistente: stavolta, però, si tratterebbe di un vetro lineare, senza conche nelle quali far accumulare l’acqua piovana e le schifezze. Insomma, si pensa a un vero e proprio tetto di vetro che sarebbe piazzato alla stessa altezza del piano di calpestìo per rendere più facile la pulizia e la rimozione dell’immondizia che, ovviamente, continuerebbe ad essere lanciata. 

«Bisogna prima verificare la possibilità tecnica di realizzare una struttura di vetro questo genere - chiarisce l’Amministratore di Anm Pascale - sono in fase di valutazione diverse idee, non sappiamo ancora quale arriverà ad essere realizzata». 

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Pure da Palazzo San Giacomo spiegano che questa soluzione, assieme ad altre, è stata sottoposta ai progettisti, anche se in cima alla lista delle priorità resta la necessità di effettuare continua manutenzione al sistema di smaltimento delle acque, che significa, soprattutto, effettuare più interventi di pulizia delle pluviali.

Proprio il necessario placet dei progettisti rappresenta lo scoglio più difficile da superare. Per contratto il disegno della piazza deve rispettare, nel dettaglio, quello originale dell’archistar Dominique Perrault e ogni variazione deve ottenere il placet del suo studio di progettazione.

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