I dipendenti comunali vanno in vacanza, chiude lo stadio Landieri a Scampia: «Siamo sconcertati»

Lo stadio Antonio Landieri di Scampia
Lo stadio Antonio Landieri di Scampia
di Antonio Folle
Martedì 30 Luglio 2019, 12:23
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La carenza di personale comunale fa un'altra vittima eccellente. Stavolta a finire nel mirino delle critiche è la gestione dello stadio Antonio Landieri di Scampia. A causa dei turni di ferie del personale addetto alla guardiania dell'impianto, infatti, le società sportive che intendevano utilizzare lo stadio per la preparazione atletica in vista del prossimo campionato sono state lasciate al loro destino.

Oggi sono cinque le società che, a vario titolo, utilizzano lo stadio intitolato alla vittima innocente della camorra. L'Oratorio Don Guanella, Gioventù Partenope, Arci Scampia, Stella Rossa e, solo per le partite di casa, la società Plajanum. Tutte realtà molto ben radicate sul territorio e che fanno sport a buoni livelli in quartieri dove sono scarsi i luoghi di aggregazione.

Le società che intendevano prendere in fitto la struttura negli ultimi giorni di agosto si sono viste irrimediabilmente sbattere le porte in faccia. Il disagio è enorme specie per le società che parteciperanno ai campionati che richiedono una accurata preparazione atletica - come il Don Guanella, che ai primi di settembre disputerà la Coppa Italia - e che necessitano di una struttura sportiva adeguata ai propri bisogni. La chiusura dell'impianto di Scampia nel mese di agosto è solo la punta dell'iceberg delle polemiche che da mesi ruotano attorno all'impianto. 
 
 

Questione illuminazione. Ad oggi, come fanno sapere i responsabili delle società sportive, degli originari 24 fari di illuminazione solo 12 risultano essere funzionanti. Questo, oltre a procurare enormi disagi a chi si allena di sera, rischia di trasformarsi in un ulteriore danno per le società sportive che rischiano di essere multate dalla Federazione a causa dell'illuminazione insufficiente. Da circa tre mesi le lampade asportate dallo stadio San Paolo - omologate per la Champions League e perfettamente funzionanti - attendono di essere installate. La ditta che deve procedere ai lavori è pronta ma il rischio, con la chiusura del Landieri, è quello di lasciare fuori non solo i calciatori, ma anche gli operai che dovranno procedere alla manutenzione.

Capitolo a parte per i seggiolini. Anche in questo caso il Landieri attende l'installazione dei materiali portati via dal San Paolo in occasione del restyling per le Universiadi. Gli storici sediolini rosso-arancioni ci sono, attendono solo di essere installati dallo scorso mese di maggio.

Le società sportive che utilizzano lo stadio Landieri per la scuola calcio o per gli allenamenti delle prime squadre corrispondono un canone mensile di 33 euro a ora se non usufruiscono dell'illuminazione o di 40 euro a ora se si allenano di sera e utilizzano i fari d'illuminazione. Un volume d'affari da circa 45.000 euro annui. Eppure per lo stadio intitolato ad Antonio Landieri i fondi per la manutenzione sono scarsissimi, praticamente zero. L'ultimo intervento di manutenzione sul manto erboso risale al novembre 2017 e il rischio sempre più concreto è quello di vedere il tappeto d'erba sintetica deteriorarsi al punto da diventare inadeguato - quando non addirittura pericoloso - per le attività sportive dei giovani calciatori. Se si parla di gestione dell'impianto, poi, non si può evitare il parallelismo - o, meglio, l'odioso doppiopesismo - utilizzato dal Comune. Tutti conoscono la vicenda del San Paolo e dei canoni arretrati del Napoli calcio che, per anni, ha utilizzato l'impianto di Fuorigrotta senza corrispondere un euro. Pochi, viceversa, sanno che le società sportive di Scampia, spesso unico faro di legalità in un territorio così complesso, non possono nemmeno accedere allo stadio Landieri se non in regola con i canoni di affitto. 

«Una situazione che sconcerta - ha affermato Don Aniello Manganiello - si chiude una struttura sportiva perchè gli addetti devono andare in ferie. Ma la razionalizzazione del personale che fine ha fatto? In passato abbiamo avuto tantissimi problemi circa la gestione di questo impianto. Abbiamo dovuto giocare un intero campionato a porte chiuse perchè mancava un divisorio che tenesse separati i tifosi, abbiamo avuto problemi con le docce e abbiamo problemi con i fari d'illuminazione. Noi - prosegue il parroco anticamorra a capo del Don Guanella - non facciamo questa attività per lucro, i nostri tifosi non pagano un biglietto d'ingresso. Lo facciamo solo per creare momenti di aggregazione per il quartiere. Ma che aggregazione possiamo fare se siamo costretti a giocare a porte chiuse e se lo stadio resta chiuso per ferie?»

La proposta dei cittadini è quella di affidare l'impianto - attualmente gestito dall'VIII Municipalità - alle società sportive che lo utilizzano. «Si tratta di società che conoscono il territorio e sanno come si gestiscono gli impianti sportivi - spiega Nunzio Marigliano, attivista di Scampia - quindi si potrebbe ovviare al problema della carenza di personale e alle carenze di gestione e manutenzione. Basti pensare che sono anni che chiediamo una riqualificazione degli esterni dello stadio Landieri, ormai invaso da erbacce, e non riusciamo ad ottenere nulla». 
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