Covid a Napoli, il dramma dei medici precari: «Noi, gli eroi del virus restiamo senza lavoro»

Covid a Napoli, il dramma dei medici precari: «Noi, gli eroi del virus restiamo senza lavoro»
di Ettore Mautone
Giovedì 1 Aprile 2021, 09:00 - Ultimo agg. 18:39
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Vita da precari: ovvero medici senza carriere a Napoli e in Campania. Alla stabilizzazione dei posti di lavoro (flessibili e a tempo determinato) avviata dopo un decennio di stagnazione - grazie alle legge che porta il nome dell'ex ministro Marianna Madia e anche grazie al lavoro compiuto dall'amministrazione regionale per l'uscita dal commissariamento della Sanità - ci ha pensato l'emergenza Covid, nel 2020, a riproporre nelle corsie di Asl e ospedali un esercito di camici bianchi (medici, tecnici, operatori delle professioni sanitari, infermieri e Oss) senza futuro e senza un contratto stabile. Troppo lunghe le procedure concorsuali per reclutamenti da fare in fretta e così una fetta consistente delle accresciute attività assistenziali è stata assorbita dai cosiddetti contrattisti. Centinaia di partite Iva, co.co.co, professionisti a progetto e anche somministrati di agenzie interinali, chiamati a prestare servizio in trincea per fronteggiare l'emergenza nei reparti Covid. «Mi sono ammalato e sono stato ricoverato al Cotugno - ricorda Diego Venanzoni, consigliere di maggioranza nell'assemblea regionale - ho ricevuto un'assistenza impeccabile, ho toccato con mano un'eccellenza sanitaria ma la maggioranza degli operatori che mi hanno curato erano tutti precari. Mi sono ripromesso di fare un battaglia per loro se fossi uscito vivo dal mio calvario». Venanzoni ha già presentato un'interrogazione e un lungo dossier in Consiglio regionale che peraltro incrocia rivendicazioni di molti sindacati di categoria, di altre forze politiche, e degli stessi organismi ordinistici rappresentati da Bruno Zuccarelli per i medici, Teresa Rea per gli infermieri, Franco Ascolese per le professioni sanitarie, Giuseppina Pacifico per le ostetriche. 

Le prima scadenze sono prossime, ad aprile, ma altri termineranno i loro contratti a giugno, altri a settembre, i più fortunati a fine anno. «Noi, eroi del Covid, ora rischiamo di restare senza lavoro», il leit motiv che suona come un paradosso.

I precari chiedono stabilità. Alcuni hanno contratto la malattia, infettato mogli e figli, contagiato i familiari. «Oggi posso dire con maggiore freddezza che la sensibilità, la vicinanza e l'affetto di tutto il personale medico e paramedico è stata straordinaria - aggiunge Venanzoni - senza il loro sostegno, molti pazienti anche psicologicamente, rischiano di non farcela. Sento ancor di più il dovere per il mio ruolo, oltre che politico, anche morale di sostenere le ragioni di tutto il mondo del personale precario negli ospedali della Campania. Senza di loro davvero è difficile questa guerra silenziosa e subdola contro il Covid». Ieri mattina una delegazione di socio-sanitari e infermieri dell'ospedale Santobono e dei policlinici hanno protestato davanti alla sede della Giunta regionale del Centro direzionale. «Ci sentiamo usati e gettati via. Ci hanno elogiato nel momento del bisogno e adesso ci lasciano a casa». All'indice un concorso indetto dalla Regione Campania che non ha previsto punteggi o riserve per l'esperienza accumulata sul campo laddove non sono state ancora concluse le stabilizzazioni dei lavoratori flessibili disciplinati anch'essi dalla Madia e i cui termini sono stati posticipati di un anno, a fine 2021. I policlinici ma anche le Asl di Caserta e Benevento non hanno recepito questo differimento di termini.

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I numeri di questo esercito sono cresciuti, diventati preoccupanti con il Covid: in Campania si parla di circa 500 infermieri senza alcun requisito di stabilizzazione per legge, ma anche decine di medici, Oss, ostetriche ed altre figure. Molti lavoravano nelle cliniche private e con il Covid hanno visto uno spiraglio ma i margini sono stretti e serve una norma quadro. La richieste? Dare indicazioni alle Aziende sanitarie di prorogare i contratti che assicurano i Livelli essenziali di assistenza o reclutati per l'emergenza Covid fino a 36 mesi, stilare unicamente contratti di lavoro subordinato a tempo determinato utilizzando le graduatorie di concorsi vigenti per non generare ulteriore precariato. Per personale con scadenza contrattuale al 31 dicembre 2021 o successiva a tale data e in fase di maturazione del requisito, di riconoscere il diritto e posticipare la presa di servizio al giorno di maturazione dei tre anni, scorrere le graduatorie dei concorsi pubblici attivi. 

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