​Giogiò, insulti dei parenti del killer: «Chi chiede giustizia verrà punito»

Minacce e offese sui social, a metà febbraio la prima udienza per il 17enne

I funerali di Giovanbattista Cutolo
I funerali di Giovanbattista Cutolo
di Luigi Sabino
Domenica 10 Dicembre 2023, 22:48 - Ultimo agg. 12 Dicembre, 16:38
4 Minuti di Lettura

A distanza di mesi la tragica morte di Giovanbattista Cutolo, il giovane musicista ucciso per futili motivi da un minorenne, continua a lasciare velenosi strascichi dietro di sé. Una ferita che non accenna a rimarginarsi soprattutto a causa della battaglia esplosa sui social tra i conoscenti del baby killer, che lo difendono a spada tratta, e chi, e sono la maggior parte, auspica una pena esemplare per l’assassino. Tra i più strenui difensori del diciassettenne, il cui processo inizierà il 15 febbraio dinanzi al Tribunale dei Minori, ci sono alcuni suoi familiari che, con toni che lasciano poco all’immaginazione, non esitano a scagliarsi contro tutti. 

«Lo difenderemo fino all’ultimo, a fare una brutta fine sarai tu», una delle risposte comparse sul web seguita da veri e propri messaggi di sfida in cui si invitano gli autori a «dirle in faccia certe cose». A segnalare l’accaduto è stato il deputato di Alleanza Verdi Sinistra, Francesco Borrelli attraverso i suoi canali social. «Dopo la vergogna dei messaggini dal carcere tra l’assassino, reo confesso, di Giovan Battista Cutolo e i suoi parenti che gli manifestavano piena solidarietà, si apre una nuova pagina degradante di arroganza criminale sconfinata espressa tramite social.

Frasi esplicite ed epiteti irripetibili all’indirizzo di chi sostiene che serve una giusta pena per chi ha ucciso senza pietà un giovane indifeso: “Se hai gli attributi, vieni da vicino a dire queste cose”; “Lo difenderemo fino all’ultimo, a fare una brutta fine sarai tu”. Chiediamo alla Polizia Postale di monitorare attentamente questi fenomeni dietro i quali si nasconde una strategia criminale ben definita che vuole intimidire, offendere, minacciare, per evitare di perdere controllo sul territorio». 

Una vicenda atroce quella iniziata una notte dell’estate scorsa in un pub di piazza Municipio, a pochi passi dalla sede del governo cittadino. È qui che Giògiò, come lo chiamavano i suoi amici, e il suo assassino si incontrano per la prima e l’ultima volta. In comune non hanno niente, solo il desiderio di trascorrere un po’ di tempo con le rispettive compagnie mangiando un panino. Due mondi opposti quelli della vittima e del suo giovanissimo carnefice che non hanno nessuna possibilità di coesistere. Così basta una banale discussione per un motorino fuori posto a innescare la girandola di eventi che porterà alla tragedia. Parole grosse, sfottò che iniziano all’esterno del locale e che, poi, diventano aggressione quando la vittima e i suoi amici accennano a ribellarsi. 

Il branco, di cui l’assassino fa parte non può tollerare che quei figli di papà reagiscano alle loro vessazioni. Calci, pugni e finanche il lancio di alcune sedie sono solo il preludio. Ad un certo punto il minorenne impugna una pistola dalla quale partono due colpi che feriscono mortalmente Giovanbattista. Il ragazzo, sotto gli occhi increduli dei suoi amici, si accascia in una pozza di sangue mentre il branco, di cui il killer è il più giovane membro si dà alla fuga prima che arrivino le forze dell’ordine. Lo prenderanno poche ore più tardi. Agli investigatori che lo interrogano racconterà di non essersi nemmeno accorto di aver ammazzato Giogiò al punto che subito dopo l’accaduto è andato a giocare a carte. 

Video

Si scoprirà che già tre anni prima aveva accoltellato un coetaneo incassando un’accusa di tentato omicidio ma per la sua giovanissima età non era stato giudicato imputabile. Il resto è fredda e triste cronaca. I funerali di Giovanbattista, con gli appelli della sua famiglia a una Napoli migliore e il cordoglio di un’intera città che, ancora una volta deve fare i conti con una giovanissima vita spezzata. Parole, però che non fanno breccia nel cuore di quella minoranza che, nonostante tutto, continua, invece, a stringersi intorno al giovanissimo killer. «Ha sbagliato e sta pagando, ma noi rimarremo sempre al suo fianco qualsiasi cosa succeda», scrivono i parenti sui social. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA