Elezioni, le idee De Magistris: «In Calabria ​pronto a un laboratorio»

Elezioni, le idee De Magistris: «In Calabria pronto a un laboratorio»
di Luigi Roano
Mercoledì 9 Giugno 2021, 08:16 - Ultimo agg. 10 Giugno, 09:55
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Sindaco Luigi de Magistris qual è la sua strategia in Calabria? Da quelle parti non c'è un patto Pd-M5S, il centrodestra vive ancora il lutto della povera Jole Santelli, la sua candidatura è ancora un cantiere aperto: insomma poveri calabresi non sanno da chi farsi rappresentare o no?


«Registro molte difficoltà nel centrodestra e anche in quella cosiddetta nuova alleanza Pd e M5S. Io invece da settimane giro per le strade, sto tra la gente, vado nelle associazioni per costruire una coalizione modello Napoli: politica e civica, originale. E per strada registro una forte indignazione, rabbia, stanchezza rispetto a un ceto politico trasversale che con una precisione svizzera in 40 anni si alterna alla guida della Regione. Noi costruiamo una coalizione sempre più larga e inclusiva senza farci trascinare nelle liturgie della politica. Un lavoro di conquista dei cuori e delle teste del popolo per mostrarsi alternativi».


Siamo al solito voto di protesta?
«Non solo voto di protesta, che in Calabria hanno già conosciuto quando nel 2018 hanno votato in massa per il M5S una scelta che si è rivelata una cocente delusione. Io sono di rottura rispetto al sistema ma affidabile nel governo».


L'uomo solo al comando in questo contesto storico sembra fuori posto, non crede che anche per lei sia giunto il momento della maturità politica, cioè di offrire una proposta realmente inclusiva che vada oltre la sua rispettabile visione della politica?
«Non è l'uomo solo al comando, siamo una coalizione che mette a terra otto liste, non siamo di fronte a un de Magistris che cammina e cerca discepoli siamo di fronte a una proposta politica».

Vale a dire?
«La responsabilità dello sfascio dei diritti primari dei calabresi è in capo al centrosinistra e al centrodestra, io mi rivolgo a tutti i calabresi e non è qualunquismo.

La mia è una proposta e un programma che si fonda sulla visione di una regione che può puntare sui diritti, sulla sanità pubblica, la cultura, il turismo, le attività produttive, le infrastrutture».

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Mi consenta, sono i pilastri di ogni programma elettorale che si rispetti: qual è la zampata di de Magistris, quello più maturo versione 2021? Magari la parola dialogo?
«C'è una riflessione di prospettiva da fare. De Magistris è una proposta imprevista e imprevedibile, viene fuori perché c'è il lutto della Santelli e perché la pandemia sposta le elezioni a ottobre. La mia candidatura viene dal basso da tanti calabresi. Sono molto attento al dibattito nell'area Pd-5S. Tutti dicono dobbiamo aprire alle forze civiche e innovare cioè non candidare sempre gli stessi. E ai leader Conte e Letta è ben nota la situazione di un certo ceto politico vetusto e compromesso e mi riferisco soprattutto al Pd».


Sindaco, veniamo al dunque...
«Allora quale migliore occasione di de Magistris che oggettivamente è in grado di vincere? Se fosse vero quello che dicono Pd e M5S dovrebbero dire alla mia coalizione: Vi farebbe piacere se vi appoggiassimo facendo liste completamente nuove? In particolare mi riferisco al M5S che non ha compromissione con il governo della Regione. Dovrebbero essere quelli più interessati ad utilizzare la Calabria per dire che non siamo solo quelli del governo di necessità ma laddove c'è la possibilità di tornare alle origini ci proviamo magari rinunciando anche ai simboli. Quindi liste nuove senza simboli di partito».


Magari tutto questo non accade perché lei non è ritenuto affidabile, non le pare?
«Guardi loro fanno il solito ritornello dicono ci dobbiamo unire per battere la destra sovranista in vista delle elezioni politiche del 2023, ma i calabresi se ne fregano vogliono l'acqua che arrivi in tutte le case, gli ospedali e i diritti negati. E quale migliore occasione dell'unica Regione dove si vota, dove non solo si vince ma si va oltre il vetusto schema attuale? Altrimenti io sono convinto di vincere ma se non dovessi vincere io, vince il centrodestra e loro avrebbero difficoltà ad arrivare anche all'8%. Io questo trovo sia una miopia politica di Letta e Conte. Capisco che un pezzo di ceto politico calabrese mi veda come un diavolo ma c'è tanta gente del Pd che sta venendo con me».


La parola dialogo ancora non l'ha pronunciata mentre dal Pd fanno sapere che oltre un mese fa il tentativo lo hanno fatto.
«Io non mi sono mai seduto al tavolo del centrosinistra, io sono stato chiamato avendo rapporti buoni costanti con i vertici del Pd e del M5S. Ma dal Pd non hanno fatto una proposta di dialogo: dopo avermi detto che sono una grande risorsa per il Paese mi hanno chiesto di farmi da parte per trovare una candidatura che potesse unire. Se sono una grande risorsa - ho parlato con Francesco Boccia - come mai non posso esserlo per la Calabria? Poi mi propongono le primarie ma non sono un candidato del centrosinistra e poi mica a Napoli sono state fatte. Mi rivolgo soprattutto a Conte in quanto deputati, senatori e molto di più la base del M5S mi vuole come candidato».


Conte ha detto che in Calabria si farà un patto come a Napoli dove voi non ci siete...
«Mi apro in maniera inconsueta: in questi giorni diversi esponenti del M5S calabresi mi hanno detto di avere fatto numerosi incontri con Conte e che mi avrebbe chiamato. Sono passati 20 giorni, il mio telefono non è criptato, ce l'ha il popolo, i servizi segreti e la batteria del Viminale. Anche in questo serve chiarezza».


Ma se questa telefonata arriva lei cosa farà?
«Come ho fatto con Boccia con cui ho un ottimo rapporto, fissiamo una data e ci vediamo ma non è il tavolo del centrosinistra. Perché non chiamo io? Non ho difficoltà a farlo ma se fa i webinar e dice che mi chiamerà e non lo fa questo fatto ha un valore politico, ma il tempo non è scaduto abbiamo 4 mesi davanti a noi».


In un dialogo si chiede ma si dà pure: costruire l'asse Napoli Calabria potrebbe significare ritirare la candidatura a sindaco della Clemente. Cosa risponde?
«In ogni democrazia quando si dialoga con onestà e rispetto reciproco ogni ragionamento può produrre un passo in avanti. Noi abbiamo due candidature certe, la mia e quella di Alessandra. Ora è inutile correre mancano 4 mesi. La cosa importante è la Calabria, a Napoli l'accordo l'hanno fatto. Il dialogo non è ancora consumato del tutto e passa per la Calabria. Finora i segnali sono che non mi vogliono, Conte non mi ha chiamato ancora, prima di discutere di ogni cosa vediamo se vogliono dialogare con noi».


Sia più chiaro.
«In Emilia Romagna con Bonaccini che è un leader del Pd, c'è stata l'apertura verso le Sardine e non ci sono stati i simboli di partito. Ricordo che in Calabria se non fossi in campo io il centrodestra avrebbe già vinto. Anzi, senza simboli molti del centrodestra non vedono male la mia candidatura».


Che titolo farebbe a questa intervista?
«Costruiamo il laboratorio Calabria e usciamo fuori dallo schema partitico tradizionale».

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