Elezioni regionali in Campania. Da Zinzi fino a Cesaro e Amato, le guerre vinte dai «figli d'arte»

Elezioni regionali in Campania. Da Zinzi fino a Cesaro e Amato, le guerre vinte dai «figli d'arte»
di Aldo Balestra
Martedì 2 Giugno 2015, 08:47
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L’età è la stessa, 33 anni. Che siano «figli di», per l’attività politica dei padri, ancora attuale per Cesaro (deputato della Repubblica) e appena trascorsa per Zinzi (ex parlamentare ed ex presidente della Provincia), è evidente, il cognome non tradisce. Ma Armando e Gianpiero, Gianpiero e Armando, sono molto più distanti dei 33 chilometri che separano Sant’Antimo e Caserta.



Intanto qualche mese fa, sedevano vicini a Villa Gernetto, a Lesmo, nel casting voluto da Berlusconi per i giovani rampanti di Forza Italia, con lo scopo «di cercare il nuovo Renzi». Se voleva conoscere gente in grado di sfondare elettoralmente, intanto, Silvio li aveva già trovati. Ed erano proprio i due campani. Entrambi irrompono in Consiglio Regionale per la porta principale, con un bottino di voti che sembra dei «vecchi» della politica, peccato che lo facciano nel giorno in cui Caldoro ha perso la sfida con De Luca e, dunque, soddisfazione personale tanta, ma il quadro generale resta quello della sconfitta.



I due giovani, con il consenso, hanno dimostrato di saperci fare, anche se la «lettura» è diversa assai: Armando Cesaro è recordman nella circoscrizione Napoli, ma nel bacino di 2 milioni e 580mila elettori le oltre 22mila preferenze appaiono certo meno «pesanti» di quelle ottenute da Gianpiero Zinzi nel Casertano (760mila elettori): qui il giovane avvocato casertano sfonda con oltre 19mila voti, raccolti uno per uno in una campagna carica di entusiasmo. Lui che era stato nominato direttamente vice-coordinatore campano, quando con il padre Mimì approdò in Forza Italia dopo l’uscita dall’Udc, ha dimostrato in un anno di sapersi costruire una solida e autonoma posizione in grado di legittimarlo nella complessa vicenda azzurra di Terra di Lavoro: e con la messe di voti che porta in dono contribuisce a far sì che Forza Italia resti il primo partito a Caserta, con la percentuale di oltre il 20%.



Le idee? Ce l’ha chiare: auspica la ricostruzione del partito e invita senza mezzi termini il sindaco forzista di Caserta, sfiduciato due volte, a farsi da parte ancor prima che il prefetto Pagano nomini in queste ore il commissario. Capito il piglio? Armando e Gianpiero, allora, sembrano storie parallele, eppure lo sono soltanto per via dei cognomi, entrambi «figli di».



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