Napoli, mobilità negata ai disabili nella stazione ferroviaria di piazza Leopardi

Cgil: «La Campania non è una regione per disabili»

Disabili
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di Antonio Folle
Giovedì 15 Febbraio 2024, 18:23
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Una lunga e insormontabile scalinata che fa da barriera ai disabili in carrozzina ed alle persone con mobilità ridotta. Denunce, segnalazioni, richieste d'intervento e di rifunzionalizzazione cadute puntualmente nel vuoto. Un diritto sacrosanto, quello alla mobilità, negato ai diversamente abili. Questa è l'attuale orribile fotografia della stazione ferroviaria di Napoli piazza Leopardi, una delle due stazioni ferroviarie che costeggiano viale Giulio Cesare, nel popoloso quartiere di Fuorigrotta. La stazione, oggi sempre meno frequentata, si caratterizza per la presenza di barriere architettoniche che la rendono praticamente off-limits per i disabili in carrozzina, costretti a servirsi della stazione ferroviaria di Campi Flegrei per gli spostamenti a causa dell'assenza di un ascensore, di un montascale o di una rampa facile da "affrontare" per le persone su sedie a rotelle. 

Un tema, quello legato alla presenza di barriere architettoniche, che non è tipico dei soli trasporti pubblici, ma che rappresenta una costante in moltissimi punti della città. Basti pensare, solo per fare un esempio, ai montascale comprati, installati in alcuni uffici pubblici napoletani e mai entrati in funzione a causa della mancanza di addetti. O, sempre per restare in tema, all'impossibilità di accedere ad alcuni parchi pubblici proprio a causa delle ripide scalinate e della mancanza di mezzi per superare gli ostacoli. Problematiche gravi che fanno di Napoli una città molto poco adatta alle persone con mobilità ridotta.

«La Campania - denuncia Osvaldo Barba, referente Politiche della Disabilità della Cgil Campania - non è una regione per disabili. Totem di una mancanza di volontà nel superamento delle barriere architettoniche è la stazione della metropolitana di Napoli Piazza Leopardi. Insieme al mondo dell'associazionismo protestiamo perchè alla rampa venga affiancato un ascensore o degli elevatori. Si tratta di una rampa inaccessibile anche per gli anziani e siamo convinti che con i fondi del Pnrr Rete Italia, proprietaria della linea, dovrebbe intervenire. Ma purtroppo - continua Barba - il problema del diritto al trasporto negato alle persone con disabilità attraversa tutta la regione. Basti pensare ad alcune stazioni della Circumvesuviana o delle Ferrovie dello Stato.

Il boom del turismo passa anche per una Regione che accoglie i disabili, non come accade alla stazione di piazza Leopardi o, per fare un altro esempio eclatante, al Museo Archeologico Nazionale, dove sono presenti gli elevatori per i disabili in carrozzina ma non c'è personale per farli funzionare».

 

Quando il 26 febbraio del 1927 fu attivata per la prima volta, la stazione ferroviaria di Napoli piazza Leopardi era uno degli snodi logistici che dovevano servire a collegare il centro della città con l'abitato di Fuorigrotta, già allora in prepotente espansione. Il nome della stazione deriva direttamente dalla piccola piazza intorno alla quale la stazione fu costruita, oggi non più esistente e sostituita dal lunghissimo viale Giulio Cesare. I criteri costruttivi della stazione rispecchiano appieno i criteri razionalisti di epoca fascista, criteri che, all'epoca, non tenevano in considerazione le esigenze di persone con mobilità ridotta, a quei tempi quasi sempre emarginate dalla società. Oggi però, a distanza di un secolo, l'insensibilità nei confronti dei disabili continua a caratterizzare una città ancora in difficoltà a mettersi al passo con i tempi. 

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