Napoli, spari a Fuorigrotta, due bande in guerra: «Qui è zona nostra»

Cominciano a definirsi i contorni dell’episodio che avrebbe potuto trasformarsi in tragedia

Il luogo della sparatoria
Il luogo della sparatoria
di Giuseppe Crimaldi
Venerdì 5 Aprile 2024, 23:12 - Ultimo agg. 7 Aprile, 09:30
5 Minuti di Lettura

«Cà ce stamme nuje!»: l’urlo - un chiaro segno di intimidazione - e poi lo sparo. Dietro il raid di Fuorigrotta c’è lo scontro tra giovani leve emergenti che si contendono (sotto lo scudo “protettivo” di clan rivali) i traffici illeciti sulla pelle di un quartiere laborioso, popolato da gente onesta, oggi ostaggio della criminalità organizzata. Il commando di killer entrato in azione due sere fa in piazza Italia, a quanto pare composto da sei persone armate, doveva con ogni probabilità portare a termine una missione di morte. E nel mirino c’era un esponente di peso del clan Troncone.

Cominciano a definirsi i contorni dell’episodio che avrebbe potuto trasformarsi in tragedia, visto il contesto ambientale nel quale il raid era stato pianificato: un parco giochi situato in una zona residenziale di Fuorigrotta, popolato da famiglie lontane anni luce dai contesti camorristici. A farne le spese, com’è noto, è stata una donna, madre di una bimba di 11 anni che con molti altri bambini poco dopo le sette della sera si intrattenevano in un piccolo parco giochi. Quel proiettile sparato ad altezza d’uomo che ha centrato la gamba della donna avrebbe potuto uccidere uno dei minori.

Le ipotesi

Sullo sfondo si stagliano i contrasti e le rivalità tra i tre clan più forti dell’area occidentale: i Troncone, appunto, e i cartelli dei gruppi Iadonisi–Esposito e Sorianiello. Contrasti che presupporrebbero un tentativo “espansionistico” delle ultime due sigle, rispettivamente radicate a Bagnoli e al Rione Traiano. Iniziano a definirsi anche le piste battute in queste ore dagli uomini della Squadra Mobile diretta da Giovanni Leuci sotto il coordinamento della Direzione distrettuale antimafia partenopea (sostituto Salvatore Prisco).

E spunta quell’urlo: «Qui ci siamo e comandiamo noi!», raccontato da alcuni testimoni.

La posta in gioco è alta: perché controllare Fuorigrotta significa riuscire a mettere le mani sui traffici di droga, ma soprattutto sul floridissimo mercato delle estorsioni. Il racket resta un potentissimo volano per la camorra della zona: una piovra che fagocita tutto, dal commercio fisso a quello ambulante, e che non risparmia nemmeno sfere a torto considerate “residuali”, e che - invece - garantiscono incassi milionari nell’arco di un anno. Parliamo, in particolare, del racket sui parcheggiatori abusivi e sulla vendita di gadget sportivi del Napoli, oltre che dei punti di ristoro che fanno affari d’oro quando si gioca allo stadio “Maradona”.

Clima rovente 

Di recente le offensive giudiziarie hanno indebolito il clan Troncone, specialmente dopo agli arresti del presunto boss Vitale Troncone, del figlio Giuseppe e di alcuni gregari. Questa situazione può avere indotto i gruppi rivali a tentare l’affondo con lo strumento preferito dai criminali: il piombo dei proiettili e lo spargimento di sangue. Ma c’è anche un’altra possibilità che gli investigatori non possono escludere: quella della scissione interna alla cosca finora dominante a Fuorigrotta, con tutti i veleni e gli sviluppi che uno scenario del genere potrebbe scatenare. Un copione già recitato in tanti altri contesti criminali cittadini, dove il terreno sul quale operano bande criminali resta sempre assai poroso e friabile. E nel quale la fedeltà alla casacca di appartenenza, come le alleanze tra bande, si dissolvono rapidamente.

Video

Fatto sta che nel quartiere si vive ormai un clima di coprifuoco. Il primo marzo un precedente inquietante: in via delle Scuole Pie ci fu un altro agguato mancato con l’esplosione di numerosi colpi di pistola (su questa vicenda indagano i carabinieri). Non è tutto. Subito dopo il raid al parco giochi di piazza Italia si è verificata una misteriosa aggressione, sempre a Fuorigrotta, in via Rossetti: qui un 36enne considerato vicino ai Troncone è stato colpito con il calcio di una pistola alla testa. Si indaga per capire se tra questo episodio e lo sparo di poco prima vi siano collegamenti.

L’escalation di violenza culminata nel ferimento di una innocente 49enne in piazza Italia ha imposto ovviamente un rafforzamento dei presìdi di sicurezza e controllo del territorio da parte delle forze dell’ordine. Ieri mattina il prefetto Michele Di Bari ha presieduto un comitato per l’ordine pubblico straordinario interamente dedicato alla situazione in cui versa Fuorigrotta e tutta l’area occidentale della città. Sono stati intensificati i servizi straordinari di controllo del territorio e le verifiche di polizia amministrativa, anche attraverso l’impiego di ulteriori risorse umane e tecnologiche.

Sul grave episodio di giovedì sera sono intervenuti la vicesindaca Laura Lieto e l’assessore comunale alla Legalità Antonio De Iesu, che si sono recati all’ospedale San Paolo a far visita alla donna rimasta ferita, esprimendo vicinanza e ferma condanna per l’accaduto e confermando il massimo impegno a tutti i livelli dell’amministrazione per contribuire a garantire sicurezza ai cittadini. Intanto oggi alle 13 Europa Verde con il parlamentare Francesco Emilio Borrelli e il consigliere della decima municipalità Salvatore Orga sarà presente sul luogo per ribadire la propria posizione contro la criminalità dilagante.

«Le aree gioco sono per i bambini e per le famiglie - dichiarano il deputato Francesco Emilio Borrelli - non per i delinquenti e i farabutti. Questi luoghi che dovrebbero essere super sicuri sono diventati troppo spesso infrequentabili. Lo denunciamo da tempo ma purtroppo sembra che il problema sicurezza sia passato in terzo piano. I napoletani non possono vivere nella paura».

© RIPRODUZIONE RISERVATA