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CORONAVIRUS

Movida, spiagge, palestre e piscine: ecco tutti i luoghi osservati speciali

Movida, spiagge, palestre e piscine: ecco tutti i luoghi osservati speciali
Movida, spiagge, palestre e piscine: ecco tutti i luoghi osservati speciali
di Camilla Mozzetti
Articolo riservato agli abbonati
Venerdì 22 Maggio 2020, 08:42 - Ultimo agg. : 14:20
8 Minuti di Lettura

È una questione di matematica: più crescono le aperture più aumentano le persone in circolazione e «più alto è il rischio di infezione», concordano diversi epidemiologi. Soprattutto in una condizione nella quale l'Italia non ha ancora raggiunto la quota zero in fatto di contagi da Covid-19. Il problema sono gli assembramenti, a partire da quelli legati alla movida, la disattenzione nell'uso dei dispositivi di sicurezza, con mascherine che invece di coprire le vie aree vengono strette ai polsi neanche fossero bracciali all'ultima moda, le distanze interpersonali che non vengono rispettate. Ed è proprio per questo motivo che il Viminale ha già inasprito i controlli, soprattutto nelle piazze della movida. 



Le folle di fronte ai locali, bar in primis, stanno dando la prova di quanto la situazione sia delicata: la Lombardia ieri ha registrato 316 nuovi positivi rispetto ai 294 del giorno precedente. «Le notizie che ricevo da molte prefetture sono preoccupanti. C'è troppa leggerezza, specie nei contesti aggregativi - dice Achille Variati, sottosegretario al ministero dell'Interno - il Viminale ha quindi disposto che l'attenzione delle forze dell'ordine si concentri sulla prevenzione degli assembramenti». Le sanzioni vanno da 400 a 3.000 euro e le ispezioni saranno ancora più stringenti. Intanto sono stati diffusi i dati relativi a due giorni fa: 125.582 persone controllate, 460 sanzionate, 3 denunciate per falsa attestazione e 3 per aver violato il divieto di quarantena. Le attività verificate sono state 56.207: sanzionati 25 imprenditori e chiusi 3 locali. Mentre si fa appello ai prefetti per garantire più controlli, «il problema degli assembramenti si potrebbe ripetere in tante altre situazioni con la riapertura di palestre, spiagge e piscine», analizza il professor Walter Ricciardi, già presidente dell'Istituto superiore di Sanità e consulente del ministero della Salute per l'emergenza coronavirus. «È necessaria una forte vigilanza e un enorme senso di responsabilità - aggiunge Pier Luigi Lopalco, epidemiologo - a partire da quelle realtà aperte come le spiagge libere. Dispiace rendersi conto dell'assenza di consapevolezza: il virus è ancora presente e anche all'interno di strutture come ristoranti e parrucchieri per le quali sono state disposte regole precise, il rischio si attenua ma non scompare del tutto».
 

 

 

Spiagge e mare, ingressi contingentati e distanza 
In Italia ci sono 970 Comuni costieri e il Paese per il 22% affaccia sul mare. Dati Istat alla mano, il 47,1% dei Comuni contati ricade nel cosiddetto gruppo dell’iperturismo, ovvero territori che arrivano a contare anche tre volte la popolazione residente durante il periodo delle vacanze. Il 29 maggio riaprono gli stabilimenti balneari che sono migliaia così come le spiagge libere, mentre dal 3 giugno - salvo ripensamenti - si potrà tornare a circolare tra Regioni a basso indice di contagi. In vista di luglio e agosto, nel pieno dell’estate, proprio gli stabilimenti potrebbero tornare a essere mete ambitissime non solo per chi risiede in quel territorio ma anche per chi lo raggiunge giacché possiede una seconda o terza casa al mare. Ma se per queste realtà le Regioni hanno diramato delle chiare linee-guida necessarie a garantire la sicurezza - ombrelloni distanziati per permettere a ognuno di coprire una superficie minima di 10 mq, obbligo di prenotazione, percorsi diversificati per raggiungere la battigia - non è escluso che in strada, fuori dagli ingressi, possano verificarsi code di chi chiede un posto. Di più, i titolari di qualche stabilimento si preoccupano del comportamento degli utenti: «Come faccio a intimare a un cliente - domanda uno di loro che chiede l’anonimato - di indossare la mascherina quando viene al bar o al ristorante prima di consumare?». Il rischio cresce se si prendono in considerazione le spiagge libere (più di 100 mila quelle italiane) dove dovrà essere garantita la vigilanza perché l’ipotesi resse è concreta. La Regione Lazio, ad esempio, per contenere quanto più possibile quest’ipotesi, ha stanziato sei milioni di euro per i 23 Comuni del litorale (compreso il Municipio X di Ostia) per permettere alle amministrazioni di attivare un sistema di verifiche e controlli anche attraverso l’istituzione di figure professionali (non dipendenti comunali) da impegnare nel compito.

Palestre e piscine: regole ferree per gli sportivi 
Solo i numeri sono da capogiro: in Italia la Confederazione dello sport di Confcommercio conta circa 5 mila impianti sportivi, 7 mila palestra e 1.500 piscine, che fino a quando la pandemia era lontana e inimmaginabile venivano vissuti e frequentati da circa 18 milioni di persone l’anno. Solo le piscine - migliaia quelle pubbliche - raccolgono l’interesse di oltre 5 milioni di nuotatori tra professionisti e/o amatoriali. Nonostante le regole imposte per l’utilizzo di palestre e piscine pronte a riaprire dal 25 maggio - anche qui distanziamenti calcolati come i 2 metri tra gli attrezzi se si fa attività e un metro se si è fermi - il rischio assembramenti è valutato da diversi esperti. E in questi casi non servono gruppi di 50 o 100 persone, anche 10 che non rispettano le regole possono bastare a incrinare la tenuta. «L’assembramento in un luogo chiuso è peggiore rispetto a quello in un luogo aperto - commenta Massimo Andreoni direttore scientifico della Società italiana di malattie infettive e virologo di Tor Vergata - nelle palestre, poi, complice lo sforzo fisico, il sudore, il rischio di infezione, ma di tutte le infezioni, è più alto analogamente alle piscine ed è per questo che dovranno essere garantiti i controlli capillari dentro queste strutture». Rispetto degli ingressi e contingentamento ferreo delle persone oltre alla sanificazione costante di attrezzi e vasche che non dovranno essere in nessun modo disattesi. «È chiaro - prosegue Andreoni - che ogni volta in cui si fa un passo in più aumenta il rischio. Giusta o sbagliata che sia stata la decisione di riaprire non spetta a me dirlo, a questo punto ci sono due cose indispensabili: senso civico da parte delle persone che sembrano invece disinteressarsene, basta vedere cosa accade nelle strade, e verifiche capillari e costanti che sono indispensabili. In questo momento o si seguono le regole oppure non si doveva aprire nulla».

App salta fila per evitare la folla ai supermarket 
Solo la grande distribuzione di ipermercati, supermercati, discount supera in Italia i 15 mila punti vendita. Poi ci sono da aggiungere le realtà delle cooperative e gli esercizi di vicinato del settore alimentare (le botteghe storiche o di quartiere). Fin dall’inizio della pandemia queste strutture sono sempre rimaste aperte con regole rigide sugli ingressi, il numero massimo di persone, le distanze e l’obbligo dei dispositivi di sicurezza per dipendenti e utenti. Ed è anche per questo che le resse dentro alle strutture non si sono mai verificate. Il problema è stato su strada a tal punto che diverse città - a partire dalla Capitale - hanno istituto controlli ad hoc nei piazzali con la polizia locale e in alcuni casi si era paventato anche l’impiego dei militari dell’esercito. Ora il problema delle lunghe code si ripresenta non tanto nelle 14 città metropolitane dell’Italia quanto più nei comuni di villeggiatura dove le attività commerciali del settore alimentare, salvo i casi di pochi grandi ipermercati, servono una clientela annuale ben diversa da quella che si forma in estate. «La domanda potrebbe aumentare - fanno sapere dal Federdistribuzione - così come le file di fronte ai punti vendita in determinate località e quindi si potrebbe tornare a dover gestire un aumento delle code esterne». Soluzioni? Sempre Federdistribuzione fa appello all’uso della tecnologia. «In questo periodo sono state sviluppate diverse app per cellulari con le quali si può saltare la fila» prenotando ad esempio l’orario in cui andare a fare la spesa «ed è verosimile che queste applicazioni si diffondano anche tra i punti vendita di località turistiche». Naturalmente, come previsto già nella “Fase 1” molti supermercati stanno già disponendo l’impiego di dipendenti agli ingressi sia per verificare che tutti i clienti indossino le protezioni sia per il rispetto delle distanze di sicurezza di almeno un metro.

Eventi all’aperto e arene: niente resse con aree di filtraggio 
I musei riprendono a scaglioni, i cinema (1.600 edifici per 4 mila sale complessive) probabilmente - al netto della data del 15 giugno - riapriranno in pochi. Ma molte amministrazioni locali, a partire da Roma, stanno lavorando a un programma di eventi estivi da portare nelle piazze e nei parchi per un massimo di mille persone a seconda dell’area.Anche qui tuttavia permane il problema degli assembramenti, le code che potrebbero verificarsi per prender parte a un concerto o a uno spettacolo. E chi garantirà le distanze minime di sicurezza interpersonale?Sul fronte della cinematografial’Anec è pronta a ripartire con il circuito delle “arene”: «Il progetto è pronto - spiega Mario Lorini presidente nazionale Anec cinema - e stiamo raccogliendo le adesioni su scala nazionale». È comunque più che reale una riflessione: su un’arenada cento posti (benché le poltrone siano distanziate) con l’orario di proiezione fissato alle 21, all’ingressopotrebbero arrivare alle 20.45 tutti gli spettatori e dar seguito a degli assembramenti. «Osservazione comprensibile - aggiunge Lorini - ma stiamo lavorando anche sulle prenotazioni a distanza e la vendita on-line e all’ingresso dell’arena saranno istituite delle zone di filtraggio e prefiltraggio in modo da evitare resse». «Fermo restano - conclude il presidente dell’Anec- che aspettiamo indicazioni più precise sulle linee guida da parte del governo». Ieri, intanto, a Firenze ha riaperto il giardino mediceo di Boboli che fa parte del complesso museale insieme all’adiacente Palazzo Pitti e alla Galleria delle statue e delle pitture. Agli ingressi sono stati posizionatidei termoscanner(vietato l’accessoa chi ha una temperatura superiore ai 37,5 gradi), la mascherinaè obbligatoria durante tutta la permanenza,la distanza interpersonale deve essere di almeno 1,80 metri, sono proibiti gli assembramenti all’interno del giardino. Motivo per cui i gruppi non possono essere formati da più di 10 persone. 

APPROFONDIMENTI
Spostamenti tra Regioni, Boccia avvisa: dal 3 giugno solo tra quelle a basso rischio
Assembramenti a tavola: blitz nel ristorante

© RIPRODUZIONE RISERVATA
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