Papa Francesco rassicura: «Sto meglio ma fatico a parlare», all'udienza sembra provato e rinuncia di nuovo a leggere

Papa Francesco rassicura: «Sto meglio ma fatico a parlare», all'udienza sembra provato e rinuncia di nuovo a leggere
di Franca Giansoldati
Mercoledì 6 Dicembre 2023, 10:28 - Ultimo agg. 7 Dicembre, 11:08
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Le mani visibilmente gonfie, la voce ancora bassa e a tratti roca, lo sguardo cerchiato e il respiro, amplificato dal microfono, ancora pesante. Papa Francesco all'udienza generale ha voluto rassicurare i pellegrini presenti e il mondo intero. «MI sento molto meglio anche se – ha detto – fatico se parlo troppo». A quasi due settimane dall'infezione alle vie polmonari che lo hanno costretto a cancellare i suoi impegni più gravosi, gli effetti della terapia antibiotica alla quale è stato sottoposto da subito forse non sembrano ancora del tutto stabilizzati, al punto che anche stamattina l'udienza generale è stata letta da un funzionario della segreteria di Stato. A Papa Francesco sono stati riservati i momenti iniziali e la benedizione finale terminata con un breve appello contro le guerre. Ha citato i due conflitti del momento – in Ucraina e in Israele – ripetendo le stesse parole della volta scorsa, e cioè che qualsiasi conflitto rappresenta una «sconfitta per chiunque, nessuno ci guadagna eccetto i fabbricanti di armi». Poi a tutti i presenti ha rivolto la sua benedizione. Anche i momenti finali dell'udienza solitamente riservati ai saluti e ai baciamano sono stati concentrati uno spazio temporale durato meno di quattro minuti per non affaticarlo. Sono stati ammessi a salire sul palco solo un paio di cardinali e pochi vescovi. Ha scambiato qualche battuta, si è visto che rideva allegro ma poi a fatica si è alzato dallo scranno bianco, subito aiutato dagli inservienti per essere sistemato sulla sedia a rotelle e prima di essere portato nella sua residenza di Santa Marta ha fatto il giro della sala stringendo mani e salutando persone. 

NATALE

L'incognita organizzativa per l'8 dicembre, giorno dell'Immacolata, nonostante che i collaboratori del Papa minimizzino il problema, resta evidente a chiunque.

Secondo la tradizione il Pontefice dovrebbe recarsi a piazza Mignanelli e rendere omaggio con una preghiera sotto la colonna di marmo fatta erigere dopo la proclamazione del dogma mariano da Pio IX. La cerimonia all'aperto apre il periodo natalizio romano e prevede anche un saluto papale alle autorità cittadine, al Sindaco e al Prefetto con un atteso bagno di folla generalmente fatto su un'auto scoperta. Stavolta però questa formula presenta rischi evidenti per la salute di Bergoglio visto che i medici continuano a essere categorici sul fatto che un fisico così provato e della sua età (compirà 87 anni il 17 dicembre) non può sopportare sbalzi eccessivi di temperatura. L'infiammazione alle vie respiratorie peggiorerebbe subito.

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Il crollo della temperatura di questi giorni, unito all'umidità per via delle piogge, non rende facilmente percorribile la solita organizzazione del giorno dell'Immacolata anche se il Vaticano ha confermato che Francesco sarà in piazza Mignanelli. Per i suoi collaboratori si tratta di ora di armonizzare le varie esigenze e probabilmente ricorrere all'uso della papamobile chiusa, anche se Francesco non ha mai amato troppo quel mezzo di trasporto, preferendo il contatto diretto con la folla che gli consente di fermarsi quando desidera per baciare qualche neonato che gli viene sollevato e messo davanti dai gendarmi. 

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Confermate, inoltre, anche tutte le lunghe e complicate cerimonie religiose natalizie, a cominciare dalla veglia di Natale e l'atteso messaggio Urbi et Orbi dalla Loggia delle Benedizioni dove leggerà una riflessione articolata e lunga sui conflitti del momento. 

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