La sentenza pronunciata dai giudici nel primo pomeriggio di ieri cancella in un attimo due condanne per ergastolo che i tre - ritenuti organici al clan Fezza-D’Auria Petrosino - avevano beccato in primo e secondo grado. Fino all’intervento della Cassazione, che aveva annullato con rinvio la seconda condanna, obbligando i giudici salernitani a chiarire diverse circostanze e punti rimasti oscuri nei precedenti gradi di giudizio.
Grande soddisfazione nel collegio difensivo, composto dai legali Sergio Cola, Teresa Sorrentino, Giuseppe Della Monica e Domenico Ducci. La Procura generale aveva chiesto nella sua requisitoria una nuova condanna per ergastolo, a seguito dell’esame del pentito e collaboratore di giustizia, Domenico Califano. La sua testimonianza era risultata decisiva nelle precedenti fasi processuali, fino ad oggi, con diverse contestazioni mosse dai legali difensori nel raccontare quei fatti di sangue. Califano aveva fatto i nomi di De Vivo, Confessore e Fezza, collocati a bordo di uno scooter, a piazza Corpo di Cristo, con tuta e casco integrale per la commissione dell’omicidio. A morire fu anche un amico di Aziz, Sandro Cascetta, colpito da un proiettile vagante.
