Risarcimenti post frana a Sarno, stop ai ricorsi dello Stato

Quella notte morirono 137 persone: nel 2013 fu condannato in via definitiva l’allora sindaco Gerardo Basile. Dopo quella sentenza lo Stato, che aveva pagato i risarcimenti alle vittime della frana, si era rivalso contro il Comune

Il post alluvione a Sarno
Il post alluvione a Sarno
di Nicola Sorrentino
Giovedì 11 Gennaio 2024, 07:00
3 Minuti di Lettura

Risarcimenti destinati alle vittime della frana a Sarno, il tragico evento che risale al 5 maggio 1998: la Cassazione ha dichiarato inammissibili tre ricorsi proposti dall’Avvocatura dello Stato, senza rinvio ad altro giudizio. «La Cassazione - scrive il sindaco facente funzioni di Sarno, Eutilia Viscardi - ha dichiarato inammissibili tre ricorsi presentati dall’Avvocatura dello Stato per ottenere la condanna del Comune a rimborsare le somme pagate per alcuni risarcimenti, in favore di due gruppi familiari, con condanna al pagamento delle spese legali. Non si tratta di una modifica dell’orientamento della Corte che, però, ha evitato la condanna del Comune, sulla base della mancanza di elementi formali del ricorso dell’Avvocatura. Complimenti agli avvocati Emanuele Esposito (in rappresentanza del Comune, ndr), Giovanni Cioffi ed Umberto Mancuso. Qualche milione di euro risparmiato e, soprattutto, la decisione potrebbe riguardare anche altri giudizi. Nel frattempo - conclude il sindaco - presso il Tribunale a Salerno, abbiamo appoggiato la tesi di un giudice che ritiene che la competenza di questa pretesa del Governo sarebbe della Corte dei Conti. In tal caso il Comune sarebbe esonerato dai pagamenti perché la responsabilità contabile è personale».

Lunga e complessa la vicenda che precede quest’ordinanza della Cassazione. Quella notte morirono 137 persone, travolte da una colata di fango. Nel 2013 fu condannato in via definitiva l’allora sindaco Gerardo Basile. Dopo quella sentenza lo Stato, che aveva pagato i risarcimenti alle vittime della frana, si era rivalso contro il Comune. Secondo una recente sentenza della Corte d’appello, poi, in sede civile, il danno da risarcire andava ripartito tra Comune, Prefettura e Ministero degli Interni.

La Presidenza del Consiglio aveva fatto ricorso in Cassazione, chiedendo che i risarcimenti fossero invece da addebitare unicamente al sindaco, richiamando anche una linea gerarchica in termini di responsabilità. Da capire, ora, se questo orientamento sarà richiamato anche dalle altre sezioni della Suprema Corte o se, invece, si andrà nel merito. Cuore del processo penale fu, all’epoca, che non si tenne conto del fatto che il piano comunale di protezione civile del 1995 qualificava come “alto” il rischio di frane e valanghe a Sarno. Inoltre - specificarono i giudici della Suprema Corte - entrambe le sentenze fissavano alle 20 l’ora in cui era apparso chiaro che il fenomeno non aveva le dimensioni delle colate che si erano verificate in anni precedenti, mentre a quell’ora la situazione aveva già assunto una dimensione catastrofica.

Video

Già alle 16.15, infatti, un’abitazione fu travolta dal fango: tanto bastava, si sostenne, per far apparire gli eventi più gravi rispetto al passato.

© RIPRODUZIONE RISERVATA