Patto contro le violenze a Salerno? «Meglio offrire ai ragazzi alternative vere all’alcol»

Scettici i residenti del centro storico: «Noi denunciamo, nessuno risponde». Drink a un euro, con 10 sballo garantito, «Gestori come vigilantes? Non è credibile»

La movida salernitana
La movida salernitana
di ​Barbara Cangiano
Martedì 12 Settembre 2023, 07:00
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Quella che il prefetto Francesco Russo ha definito “malamovida” la conoscono bene e da ormai troppi anni. Perché è da tempo che tra lettere, esposti, denunce e semplici segnalazioni, provano a difendere a denti stretti il territorio sul quale abitano e lavorano, purtroppo senza finora aver incassato risultati soddisfacenti. È anche per questo che i residenti del centro storico guardano con un pizzico di scetticismo al protocollo d’intesa che si andrà a sottoscrivere tra esercenti e forze dell’ordine.

«Finalmente si sono svegliati - commenta Sabrina Prisco del comitato centro storico alto - Credo di aver inviato l’ultima nota all’assessore alla Sicurezza Claudio Tringali almeno due anni fa. Segnalavo la situazione in cui versa largo Abate Conforti che ogni fine settimana è presa d’assalto da gruppi di ragazzini che urlano e lasciano rifiuti. Non so cosa intendano fare adesso, mi auguro che la soluzione non sia il pugno duro dettato dall’attuale Governo, perché ritengo che i divieti siano una soluzione tampone ma che non risolvano il problema alla radice. Il punto - continua - è che siamo stanchi della propaganda e anche di una evidente assenza di visione prospettica. Nel momento in cui si decide di trasferire la movida sul lungomare, quei pochi locali resistenti del centro storico che fungevano da baluardo per la sicurezza, saranno costretti a chiudere. E poi non c’è nessuna intenzione di fare qualcosa per il quartiere: da anni chiediamo che ci venga concesso uno spazio per una biblioteca, abbiamo provato ad avere anche il cortile dell’ormai dissestato ostello della gioventù, ma la risposta è sempre la stessa: manca un regolamento per l’assegnazione degli spazi. Eppure è evidente che se non offriamo alternative, l’unica sarà quella di bere di bar in bar dove tra l’altro vendono drink a uno o due euro». 

Ed è questa, secondo molti, una delle emergenze principali: «Da madre sono profondamente irritata - sbotta Carmen Santoriello - Molti titolari di attività commerciali non si fanno scrupolo di rimpinzare di alcolici di pessima qualità tanti minorenni che poi finiscono al pronto soccorso. È evidente che un abuso di sostanze scatena risse, produce schiamazzi, mettendo a rischio la salute di ragazzi e ragazze. Servirebbero maggiori controlli. Del resto non bisogna fare nessuna indagine particolare perché la maggior parte di queste attività espone cartelli per invitare la clientela a consumare. E con dieci euro lo sballo è garantito». 

Di largo Abate Conforti diventata oramai terra di nessuno parla Chiara Natella che, fino all’anno scorso, ha dovuto combattere contro vandali e balordi che puntualmente distruggevano le scene o le sedute del suo teatro dei Barbuti. «Quest’anno non abbiamo registrato danneggiamenti, probabilmente è stato fatto qualche piccolo passo in avanti - racconta - Ma è anche vero che siamo stati costretti a dotarci di una guardia giurata per arginare tutto quello che accadeva il venerdì e il sabato in piazza Abate Conforti da dove scendevano orde di under diciotto totalmente fuori controllo. Chi ha scelto di venire da noi, e lo hanno fatto anche tanti giovani, si è comportato in modo educato e corretto. Ma per il resto persiste uno zoccolo duro di inciviltà e scostumatezza». 

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Per Dario Renda della pagina Fb Comitato territoriale Salerno Mia, «sono necessari i controlli di cui attualmente la città è totalmente sprovvista. Apprezzo la scelta del prefetto, ma mi chiedo quanto sia fattibile? Nel senso che è possibile immaginare che i commercianti si trasformino in vigilantes? E poi c’è da considerare un dato: la maggior parte delle risse legate alla movida non avvengono all’esterno dei locali, ma in vicoli fuori mano, dai Barbuti a via Tasso, dal sottopiazza della Concordia a Santa Teresa. È un problema di civiltà e di cultura che andrebbe affrontato alla radice, a partire dal degrado in cui versa ormai Salerno. Avere più attenzione per il territorio servirebbe anche a fronteggiare questa emergenza. Chi mi conosce sa che porto avanti una battaglia contro l’abbandono indiscriminato dei rifiuti. I due settori non sono slegati, perché in una città ben tenuta anche certi comportamenti sono meno frequenti». 
 

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