Ravello, caos al festival: i soci licenziano Brunetta

Ravello, caos al festival: i soci licenziano Brunetta
di Adolfo Pappalardo
Venerdì 6 Febbraio 2015, 09:48 - Ultimo agg. 14:29
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Un blitz non riuscito e una fondazione che si ritrova con due presidenti nell'arco di un giorno. Uno autorinnovatosi la mattina, l'altro votato nel pomeriggio con appena 4 voti dei 9 aventi diritto. Il primo è Renato Brunetta, capogruppo Fi alla Camera, il secondo è Paolo Vuilleumier, sindaco di Ravello. Perché della fondazione Ravello si tratta e, potete giurarci, la querelle non finirà di certo qui. Anzi.

Iniziamo da ieri mattina quando l'ex ministro arriva nella cittadina della Costiera dove ha casa. Potrebbe essere una visita dettata solo da motivi personali ma non lo è affatto perché arriva in viale Wagner dove ha sede la fondazione che organizza il festival omonimo.

La kermesse estiva, tra concerti e mostre, più conosciuta della Campania e famosa in mezzo mondo. Ebbene di quegli quelli uffici l'ex ministro è stato presidente sino al 31 dicembre, quando è scaduto il suo incarico. Ma esce da lì dopo aver firmato un verbale che non sembra proprio da facente funzioni in attesa di nomina perché chiede «la convocazione di una nuova seduta per riportare nell'alveo della legittimità e della legalità il percorso istituzionale, evitando pericolose derive tali da compromettere ulteriormente il futuro della Fondazione stessa».

Chiede, ancora «di procedere alla convocazione del Consiglio d'indirizzo per adottare le delibere dettate dallo Statuto in materia di elezione degli organi». Firmato «il presidente Brunetta» e controfirmato dal segretario della fondazione, l'ex sindaco Secondo Amalfitano. Non sembra quindi ordinaria amministrazione o almeno così viene interpretato, se nel giro di un paio d'ore, nella sede di via Wagner si riunisce un altro gruppo. Sempre le stesse stanze, fuori uno, avanti un altro, come una commedia ben scritta. E attorno al tavolo ecco il comitato d'indirizzo che, guarda un po', elegge il nuovo presidente. Lo rende noto lui stesso sottolineando come ad eleggerlo siano stati sei consiglieri su undici che hanno garantito il numero legale (con il rappresentante dell'Ept che però non ha il diritto di voto) la validità della seduta. Mentre erano assenti proprio i rappresentanti della Regione.

«Già il 24 gennaio - spiega Paolo Vuilleumier - c'è stato un tentativo responsabile da parte del Comune di Ravello e della Provincia di cercare una linea condivisa rispetto alla governance della Fondazione. Ma stamattina (ieri ndr) ci siamo trovati di fronte a questa dichiarazione del presidente uscente che ha inficiato ogni tentativo di soluzione condivisa. E i consiglieri d'indirizzo, regolarmente convocati e riuniti, hanno ritenuto, invece, che non sussistessero i profili di illegittimità e pertanto hanno proceduto alla elezione. Il mio primo intento sin da adesso è quello raggiungere una condivisione e che si chiariscano quei dubbi e quelle posizioni divergenti non auspicabili per il nostro territorio».

E ora? Brunetta, che a Ravello è legato forse più della sua natia Venezia, preferisce non commentare e, cortese, affida tutto al comunicato ufficiale della Fondazione. Che poi non si capisce se è quello della mattina (il suo) o del pomeriggio (del suo successore). Sarà ma dietro questa doppia presidenza in un sol giorno c'è un match acceso che va avanti da almeno un paio di settimane. E che vede da un lato la Regione Campania a guida centrodestra, dall'altro la Provincia di Salerno al cui vertice siede Giuseppe Canfora, fedelissimo del democrat Vincenzo De Luca impegnato a cercare una nuova sfida proprio contro Caldoro.

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