Puntuali, come ogni estate da ormai qualche anno a questa parte, i vandali sono tornati in azione in largo Barbuti. La storica rassegna teatrale promossa dalle sorelle Chiara e Rossella Natella, eredi della tradizione del papà Peppe non è ancora partita (bisognerà aspettare il 27 luglio), ma nella piazzetta del centro storico, che l’amministrazione ha scelto di concedere a gruppi e compagnie penalizzate da mesi di fermo a causa del Covid, è ripreso il braccio di ferro con chi rema contro cultura, bellezza e vivibilità. Sabato, nella pausa pranzo, approfittando del silenzio, qualcuno ha ben pensato di distruggere tutti i vasi posti per delimitare le sedute e rendere più gradevoli concerti e spettacoli teatrali. I fiori sono stati selezionati con cura e portati via, dopo aver seminato terriccio ovunque e danneggiato il tendone del palco.
«Siamo esasperati - sbotta Chiara Natella - Viviamo una situazione fuori dal normale».
«L’estate scorsa e anche durante l’ultimo lockdown, abbiamo trovato tracce di droga e abbiamo fatto tutte le necessarie segnalazioni - racconta Paolo, che abita a pochi metri dal larghetto - Senza considerare i tappeti di cicche e lattine, bottiglie e scarti alimentari, se non addirittura sacchetti di immondizia lasciati a marcire al sole per giorni». Inciviltà a parte, «l’emergenza più preoccupante è data dal fatto che queste bande di ragazzini sono saturi d’alcol a tutte le ore. L’ultima ordinanza regionale emessa dal presidente De Luca non viene rispettata in nessun angolo del centro storico - insiste Rosa, un’altra residente - Girano con le bottiglie in mano indisturbati. Si ubriacano da stare male e quando non urlano, vomitano o diventano violenti nei confronti dei loro stessi coetanei. Siamo costretti a chiamare le ambulanze del 118, perché di tanto in tanto qualcuno si sente male e viene abbandonato dai compagni sul ciglio della strada. È un problema sociale innanzitutto, perché non credo che siano soli al mondo o che nessuno si accorga di quello che accade». Intanto le piantine verranno risistemate per non lasciare sguarniti i vasi, andati distrutti, e per non darla vinta a chi vorrebbe la piazza vuota. Non si tratta di un caso isolato: meno di un mese fa lo stesso era accaduto da Tasteland, l’enoteca di via Mercanti. E puntualmente anche le decorazioni floreali di Domo, al Tempio di Pomona, finiscono nel mirino dei ladri. «Avere una città pulita, profumata e fiorita, significa richiamare turisti e invitarli a tornare - taglia corto Antonia Baldi, commerciante - Invece evidentemente ci meritiamo questo squallore».