Fu l’inno della stagione dei movimenti antagonisti italiani che, sul finir del vecchio millennio, si ritrovarono nella pratica rivoluzionaria dei centri sociali. Ora si ritrova studiato nei licei, tra Leopardi e De Andr: Siamo sui libri di scuola, dove andremo a finire, commentano divertiti i 99 Posse. Parliamo di «Curre curre guagliò»: «2-2-9-1-9-9-1/ Un giorno come tanti ma non certo per qualcuno/ qualcuno che da giorni mesi anni sta lottando/ contro chi di questo stato ’na gabbia sta facendo/ reprimendo, attento ascolta, dico reprimendo/ chi da solo denuncia e combatte sti fetiente/ e sa bene che significa emarginazione/ esattamente quanto costa amare un centro sociale». La data è storica per chi frequentava Officina 99, il linguaggio militante, il ritmo reggae: «Tante mazzate ma tante mazzate/ ma una bona l’ammo data/ è nato, è nato, è nato/ n’atu centro sociale occupato/ n’atu centro sociale occupato/ e mò c’ ‘o cazzo ce cacciate».
In "Le basi della letteratura", testo edito da Bruno Mondadori, i versi Zulù vengono tradotti quando sono in napoletano, censurati (manca «Forse na risata n’faccia ’a nu carabiniere»), utilizzati per un esercizio che invita gli studenti a distinguere gli atti di odio e quelli di amore, a capire come la rabbia sia passione che muove il mondo, elemento indispensabile per la ribellione contro le ingiustizie. Comunque vada saranno polemiche: un testo che incita all’occupazione non può entrare in classe, dirà qualcuno. Ma il libro va oltre e chiede agli alunni di scrivere un brano rap: anche questo non piacerà a molti, c'è da scommettere.
I 99 Posse nei libri di scuola: "Curre curre guagliò" tra Leopardi e De André
di Federico Vacalebre
Giovedì 7 Novembre 2013, 16:22
- Ultimo agg.
11 Novembre, 16:55
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