Gli Oliver Onions e l'avventura con Bud Spencer: «Quella volta a Madrid...»

Gli Oliver Onions ospiti di Serena Bortone a “Oggi è un altro giorno” su RaiUno (Foto: da video)
Gli Oliver Onions ospiti di Serena Bortone a “Oggi è un altro giorno” su RaiUno (Foto: da video)
Lunedì 15 Novembre 2021, 16:46
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Gli Oliver Onions ospiti di Serena Bortone a “Oggi è un altro giorno” su RaiUno. Gli Oliver Onions hanno realizzato diverse colonne sonore di successo, tra cui quelle per i film di Bud Spencer e ora sono pronti ad uscire col loro nuovo disco “Future Memorabilia”.

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Gli Oliver Onions a "Oggi è un altro giorno"

Guido e Maurizio De Angelis, gli Oliver Onions, ospiti di Serena Bortone a “Oggi è un altro giorno” su RaiUno: «Molti conoscono il nostro lavoro – ha fatto sapere Guido De Angelis – ma pochi il nostro volto.

Per esempio quando eravamo a Venezia ci hanno presentato Quentin Tarantino.  Lui mi stringe la mano ma me la lascia più e mi dice: “Che conincidenza, in Italia ci sono due fratelli col tuo stesso cognome che fanno colonne sonore e ogni tanto io le prendo per i miei film…”. Di li è nata un’amicizia».

Oliver Onions è uno dei tanti nomi d'arte che il duo di fratelli ha assunto: «Dovevamo cantare dei dischi in inglese e dovevamo trovare un nome adatto, facile, che si scrivesse come si leggeva. Oliver Onions era il nome artistico di uno scrittore scozzese e abbiamo deciso per quello».

Indimenticabili le loro avventure mentre lavoravano con Bud Spencer: «Una cosa divertente quando è stata girata le scena sul coro dei pompieri di “Altrimenti ci arrabbiamo”. Eravamo a Madrid. Il coro era di veri professionisti e noi gli abbiamo chiesto di intonare la melodia del film, “Bo, bobobo..”. L’insegnante dei ragazzi non era felice e girava nervosamente avanti e indietro guardandoci male, Bud se ne accorse e mi disse: “Quella è nera. Se ti offre un caffè, tu non lo accettare!...”…».

Gli Oliver Onions hanno venduto molto anche con canzoni come Furia, che in principio doveva cantare Drupi e l’indimenticabile canzone di Sandokan: «Per Sandokan cercavamo qualcosa di impatto immediato, il regista ci chiese qualcosa che scuotesse le persone avvertendole che stava per iniziare qualcosa di incredibile e noi abbiamo pensato a quella specie di urletto».

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