Verso la Juve, il Napoli femminile
ai fornelli con Nencioni e Beil

Nencioni e Beil
Nencioni e Beil
di Diego Scarpitti
Lunedì 30 Novembre 2020, 21:54
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Bolo de caneca. Verso la sfida con la capolista Juventus, il Napoli femminile inizia la settimana del big match ai fornelli. Alessandra Nencioni e Vivien Beil decidono di preparare un dolce brasiliano. Entrambe hanno contribuito alla promozione delle azzurre in serie A, puntano adesso alla salvezza. E nel contesto domestico si raccontano.

«Ho scoperto di essere intollerante al glutine tre anni fa, perché stanca, spossata e sempre fiacca non solo in campo ma soprattutto nel quotidiano», afferma l’ex Florentia. «Ho iniziato a mangiare senza glutine e si è aperto un mondo diverso. Mi piace cucinare», ammette la giocatrice nata a Firenze. «E’ stata una sfida passare dalla farina tradizionale ad una nuova. Ho dovuto imparare molto e conoscere tutte le tipologie di farina», afferma.

«Apprezzo la cucina di Alessandra ma ordiniamo anche la pizza», ribatte la bionda Beil. Centrocampiste e coinquiline. «Napoli, bellissima città. Mi trovo molto bene», prosegue la teutonica, che si alterna tra chitarra e lezioni d’italiano. Convengono, convinte, che vestire i colori azzurri sia un sacco bello. «Siamo sulla buona strada, dopo le iniziali difficoltà. Ci sta, perché siamo una neopromossa con tanti innesti. Abbiamo dovuto lavorare molto sul gruppo e sull’intesa in campo. Stiamo iniziando a raccogliere i frutti del lavoro e continueremo», auspica la toscana classe 1989.

Nel mentre latte, olio, zucchero e un uovo, cacao e farina senza glutine, rigorosamente Caputo–Il Mulino di Napoli, con un cucchiaino di lievito. Leggero e salutare, da amalgamare e inserire nel microonde. E l’attenzione si concentra su caneca. L’ufficio stampa del Napoli femminile, Gianluca Monti, rievoca un passaggio chiave, sconosciuto ai più ma noto agli appassionati. Anche Jarbas Faustino, meglio noto come Cané, amava i dolci in tazza. Un soprannome derivato da caneca appunto. Il nomignolo di Cané gli fu affibbiato dalla madre Imperialina. Cané diminutivo di caneca, la tazza dalla quale si beve il latte, che aveva sempre tra le mani. Una coincidenza ma un richiamo (forse non casuale) al calciatore di Rio de Janeiro, che segnò alla Juve nel 1973. Raddoppiò Sergio Clerici e il Napoli di Luis Vinicio vinse 2-0.

«Quando vado a fare la spesa, le persone che incontro mi chiedono della partita. Napoli è una città che nutre passione per il calcio», argomenta Beil, nata a Jena, dove si addottorò l’autore del Capitale, Karl Marx, e la Grande Armata di Napoleone prevalse nel 1806 contro i prussiani, sfaldando, di fatto, la quarta coalizione. Esperienza maturata negli Stati Uniti per il numero 18, adusa a preparare il caffè mattutino.

Indossa la 10, invece, il mancino Nencioni. «Maglia importante: è un onore e ònere al tempo stesso». Sono giorni particolari in città per la morte di Diego Armando Maradona, che ha scritto la storia all’ombra del Vesuvio. Ben figurare contro le bianconere sabato 5 dicembre a Barra sarebbe già un ottimo risultato, vincere contro la storica rivale della Juventus addirittura un sogno.

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