Benevento, tre gare in sei giorni: la rabbia di Auteri

Benevento, tre gare in sei giorni: la rabbia di Auteri
di Luigi Trusio
Giovedì 17 Settembre 2015, 23:31 - Ultimo agg. 18 Settembre, 06:51
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Benevento. Da tre gare in sette giorni a tre gare in sei giorni.

Con il rinvio di una settimana del previsto recupero del 16 contro il Messina, al Benevento è andata ancora peggio. La Lega Pro ha infatti stabilito che ad Andria si giocherà sabato 26 alle 15, dopo il match casalingo con i siciliani posticipato a mercoledì 23 alle 18, tre giorni dopo la sfida interna con il Foggia.



«A un gesto di tale maleducazione sportiva - sbotta un Auteri visibilmente contrariato - dovrei rispondere con altrettanta maleducazione verbale. Ma siccome siamo professionisti e c’è un codice etico e comportamentale da rispettare, preferisco evitare ogni commento».



Il tecnico siciliano si era già lamentato per la prima opzione, quella poi saltata su richiesta del club peloritano, che prevedeva tre partite in una settimana per il Benevento. Le nuove disposizioni fanno emergere un quadro che sa tanto di beffa. «Parliamo di calcio giocato, per favore» chiede Auteri con una punta d’amarezza.



La stessa che ha provato a Rieti dopo il triplice fischio per non essere riuscito a raccogliere i tre punti. «Contro la Lupa meritavamo la vittoria per quello che abbiamo fatto vedere. Abbiamo schiacciato gli avversari nella loro metà campo - spiega l’allenatore di Floridia - e siamo riusciti anche a creare tanto. Poi però o sbagliavamo l’ultimo passaggio oppure la misura del traversone o il movimento delle punte ma abbiamo fatto un grande possesso per tutto l’arco della contesa. Dispiace soprattutto per questo e per quell’imperdonabile errore difensivo che ci è costato il gol del pari a primo tempo abbondantemente scaduto».

Auteri non cerca colpevoli per quell’episodio che è costato caro. «Ero arrabbiato perché abbiamo perso due punti, ma ritengo che si sia trattato di una fatalità. I due minuti di recupero erano terminati - precisa il tecnico - neppure pensavamo che l’arbitro facesse battere il calcio d’angolo. Eravamo tutti lì immobili, e ci siamo fatti fregare». L’allenatore prova a guardare il lato positivo. «Credo che abbiamo giocato una discreta partita - sottolinea - abbiamo messo tanti palloni in area, tentato conclusioni da fuori e cercato di essere pericolosi in tutti i modi possibili. Se ci fosse stato un bomber in campo, probabilmente, anche se non c’è la controprova, qualcuno di quei palloni lo avremmo buttato dentro. Già con il Foggia dovremmo assistere ad una partita diversa».



Il tecnico dovrebbe avere almeno una freccia in più nel proprio arco: Karamoko Cissé, vittima di uno stiramento al collaterale (la prima diagnosi parlava di menisco, ecco perché si era pensato all’intervento), sarà a disposizione per domenica. Niente da fare invece per Marotta (dovrà star fuori una quindicina di giorni), mentre Mucciante e Campagnacci, pur essendo sulla via del recupero (stando a quanto dice l’allenatore, perché di notizie ufficiali neanche a parlarne) non dovrebbero essere della partita. «Forse nel caso di Campagnacci c’è qualche speranza in più - aggiunge - ma in ogni caso valuteremo in maniera molto attenta».

Gira e rigira, il problema è sempre lì, nel reparto avanzato. In allenamento provato l’inedito tridente Mazzeo-Cissé-Cruciani, ma tiene ancora banco un potenziale ultimo colpo di mercato in attacco. «Restiamo sempre vigili per qualche operazione dell’ultimo secondo. Ci sono stati proposti diversi giocatori, ma se dovessimo prendere qualcuno per poi aspettarlo un mese prima che entri in forma e sia utilizzabile allora preferisco rimanere così».



Ultima parentesi sul prossimo avversario: «A prescindere - conclude Auteri - da cosa pensi De Zerbi, che in passato ha interpretato male qualche mia affermazione, ritengo il Foggia la squadra più forte in assoluto. Un gruppo coeso, con un allenatore preparato, con calciatori di qualità e una chiara identità di gioco. Non mi lascio abbindolare dal punto conquistato in due partite: dovremo stare molto attenti».
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