Cannavaro e la crisi del Benevento:
è ora di ripensare alle lezioni di Lippi

Cannavaro e la crisi del Benevento: è ora di ripensare alle lezioni di Lippi
Francesco De Lucadi Francesco De Luca
Domenica 23 Ottobre 2022, 14:00 - Ultimo agg. 24 Ottobre, 07:25
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È un momento di sconforto per Fabio Cannavaro, il Pallone d'oro che dopo appena quattro partite ha rassegnato le dimissioni da allenatore del Benevento, respinte dal presidente Oreste Vigorito. Due punti, quelli conquistati all'inizio del percorso in serie B contro Ascoli e Sudtirol, poi le sconfitte pesanti con Ternana e Como. 

Situazione difficile anche a causa delle carenze di organico. In questo momento Cannavaro dovrebbe ripensare a una delle lezioni del suo maestro Marcello Lippi, che proprio all'inizio della sua avventura a Napoli - stagione '93-'94 - fece un atto di coraggio e mise fuori due senatori (Policano e Nela) dopo le sconfitte con Sampdoria e Cremonese per fare spazio ai giovani: Cannavaro, Bia e Pecchia. Contesti differenti, certo. Ma a Cannavaro servirebbe appunto un Cannavaro, un giovane giocatore carico di energia in grado di trasmetterla alla squadra, come accadde ventinove anni fa, con quel Napoli che reagì a una pessima partenza, pareggiò davanti ai 60mila del San Paolo contro il Torino e si rimise in marcia, centrando a fine stagione l'obiettivo della qualificazione in Coppa Uefa.

Con Fabio e Ferrara al centro della difesa. 

Cannavaro ha smesso i panni dell'opinionista televisivo e dell'uomo immagine del calcio mondiale perché gli mancava il lavoro sul campo e perché affascinato dall'idea di compiere il salto di categoria con il Benevento. Le dimissioni sono state un momento di sconforto, un vincente come lui deve guardare oltre. E ripensare alle lezioni del maestro Lippi.

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