Il Maradona è diventato terreno di conquista per le squadre avversarie in questa stagione di continui sbandamenti e di partite mediocri. Nella prima gara di marzo, contro la Juventus, il Napoli cerca la prima vittoria interna contro una rivale di prima fascia, ovvero di quelle in corsa per un piazzamento europeo. L'unico successo è stato conquistato fuori casa il 25 novembre, il sabato del ritorno di Mazzarri sulla panchina azzurra: 2-1 e sembrò che fosse l'inizio del rilancio. Invece, dopo meno di tre mesi, Walter si è trovato fuori dal Napoli e la squadra con il terzo allenatore stagionale, Calzona, assunto part time perché dovrà anche dedicarsi alla Slovacchia.
Lo score contro le squadre che puntano alla Champions o alla Europa League è deprimente: sconfitta e pareggio con la Lazio; pareggio col Bologna; pareggio e sconfitta col Milan; sconfitta con l'Inter; sconfitta con la Juve; sconfitta con la Roma; sconfitta con la Fiorentina. In casa, il pari con i rossoneri. Tutto qui, a conferma del clamoroso passo indietro fatto dalla squadra che era stata ben costruita da De Laurentiis e Giuntoli e benissimo allenata da Spalletti nel campionato della gloria. Un tempo ormai lontano. Il Napoli e Calzona provano a rialzare la testa e l'occasione è la sfida che affascina di più il popolo azzurro, quella contro la Juve, che De Laurentiis potrebbe trascinare in un tribunale sportivo o civile per sostenere la propria tesi sull'esclusione della società bianconera dal Mondiale per club.