Napoli, Meluso è fuori dal progetto: il 30 aprile scade l’opzione unilaterale di rinnovo

Il direttore sportivo arrivato a luglio sarà sostituito da Manna

De Laurentiis e il ds Meluso e il pr Lombardo durante una partita in ritiro a Castel di Sangro
De Laurentiis e il ds Meluso e il pr Lombardo durante una partita in ritiro a Castel di Sangro
Eugenio Marottadi Eugenio Marotta
Sabato 6 Aprile 2024, 09:00 - Ultimo agg. 7 Aprile, 09:03
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Nessuna comunicazione, neppure un cenno dalla proprietà come quasi da prassi in questi casi, e nemmeno qualche indizio da parte di Aurelio De Laurentiis che non farà certo valere l’opzione unilaterale di rinnovo (che scade il 30 aprile) con l’attuale direttore sportivo, Mauro Meluso. A pochi giorni dalle indiscrezioni - che hanno il crisma dell’ufficiosità - sul nuovo dirigente (Giovanni Manna) che lascerà la Juventus di Giuntoli con il compito di costruire il Napoli del futuro, l’attuale direttore sportivo del club azzurro prosegue come se nulla fosse il suo lavoro dietro la scrivania (e sul campo) con l’obiettivo di chiudere il più dignitosamente possibile la stagione agonistica. Come è giusto che sia e come si confà ad un professionista, verrebbe da dire. Ieri sera, infatti, Meluso è stato segnalato in tribuna all’Arechi per assistere all’anticipo tra Salernitana e Sassuolo (tra gli osservati speciali del ds il centravanti dei neroverdi e della Nazionale Andrea Pinamonti, finito nel mirino del Napoli in caso di partenza di uno tra Raspadori o Simeone). 

Lo stato d'animo

Il ds del Napoli in questi giorni turbolenti (anche per il suo futuro) ha indossato l’impermeabile: è apparso sereno, pacato e concentrato, ragionando come sempre per step. Il suo approdo all’ombra del Vesuvio è avvenuto un po’ a sorpresa a metà luglio scorso e con la stessa formula sembra si stia materializzando il suo addio. In perfetto stile De Laurentiis, insomma. Ma questo Meluso - ex attaccante con una breve parentesi in A con le maglie di Lazio e Cremonese, prima di assestarsi in terza serie e poi vestire i panni del dirigente con Lecce e Spezia sue ultime destinazioni prima di Napoli - evidentemente o lo sapeva o lo aveva messo in conto in questi nove mesi di gestazione dietro la scrivania azzurra. Il dirigente ha toccato con mano il ruolo di padre-padrone di Adl. È giunto a mercato estivo praticamente già fatto e nella finestra di riparazione ha avuto poco margine di manovra. Il suo rammarico più grande probabilmente è stato il mancato approdo di Radu Dragusin alla corte dei campioni d’Italia (ha tessuto le fila dell’operazione con il Genoa, poi sfilacciatasi vista la scelta del difensore rumeno di sposare la Premier ed il Tottenham), mentre è da ascrivere alla sua diplomazia l’ingaggio a titolo definitivo di Pasquale Mazzocchi passato dalla Salernitana al Napoli dopo un tira e molla tra De Laurentiis e Iervolino. Meluso ci ha sempre messo la faccia quando - purtroppo spesso quest’anno - il Napoli è stato costretto a leccarsi le ferite e ha dimostrato di anteporre sempre la meritocrazia ad ogni altra cosa, tratto distintivo delle sue radici calabresi (qualità ereditate dal papà Salvatore: scrittore, ricercatore e saggista esperto del Risorgimento ed autore di apprezzate pubblicazioni sul brigantaggio). Non è un caso che le ultime dichiarazioni di Meluso, dopo il ko con l’Atalanta e prima dello tsunami sul nuovo diesse in pectore, siano state su Piotr Zielinski, altro separato in casa che a giugno andrà all’Inter. «Mbappe gioca nel Psg? A volte bisogna andare oltre le consuetudini.

Ci deve essere una sorta di stella polare, la meritocrazia». 

Le grandi manovre 

Il nuovo che avanza porta il nome di Giovanni Manna. E se il giovane e rampante ds in pectore del Napoli (originario del Cilento) lascia la Juve e Giuntoli è probabile che qualcuno faccia il percorso inverso. Giuseppe Pompilio, uno dei pretoriani di Giuntoli fin dai tempi del Carpi (oggi nel club azzurro), è in predicato di accasarsi alla Continassa. Si è parlato anche del duo Micheli-Mantovani da tempo a capo dello scouting azzurro. L’impressione che il primo (Maurizio Micheli) possa accettare la corte della Vecchia Signora appare un tantino peregrina; più plausibile invece che Leonardo Mantovani possa farci un pensierino. Staremo a vedere. In ogni caso, Manna attende l’ufficialità prima di portare la sua squadra di scout all’ombra del Vesuvio. 

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