Ferrara, Diego e lo Spartak Mosca:
«Quel giorno 31 anni fa finì la favola»

Ferrara, Diego e lo Spartak Mosca: «Quel giorno 31 anni fa finì la favola»
di Francesco De Luca
Mercoledì 29 Settembre 2021, 12:30 - Ultimo agg. 30 Settembre, 07:15
3 Minuti di Lettura

Nel libro «Ho visto Diego e dico 'o vero», pubblicato per Cairo Editore nello scorso ottobre alla vigilia dei sessant'anni di Diego Maradona, Ciro Ferrara - suo ex compagno e suo amico per sempre - ha raccontato anche le sette stagioni al fianco del Campione, peraltro suo vicino di casa in via Scipione Capece. E c'è stato anche il ricordo della trasferta a Mosca per la partita con lo Spartak dal 5 al 7 novembre 1990, quella che segnò la fine della storia. «Forse la nostra festa è finita proprio in quel momento», dice Ciro scrivendo di quella improbabile “missione” che fecero lui, Crippa e De Napoli a casa di Maradona che non si era presentato a Soccavo per l'allenamento e la partenza per Capodichino. Il Napoli era atteso dalla partita di ritorno di Coppa dei Campioni a Mosca e il capitano non riuscì a partire con i compagni. 

Era chiuso in casa, Diego, da giorni. Strafatto di cocaina. Sollecitati dal direttore Moggi, i tre andarono in via Scipione Capece. Bussarono, aprì la moglie Claudia. Racconta Ferrara: «La verità è che Diego non stava per niente bene. Ci ritrovammo a casa Maradona senza poter neanche incrociare il suo sguardo. “Ragazzi, questa volta Diego non parte”, ci disse sua moglie Claudia, visibilmente turbata e preoccupata.

Rimanemmo sospesi, in un silenzio sconosciuto e triste. Forse la nostra festa è finita proprio in quel momento». 

Moggi disse ai cronisti in aeroporto: «Chi non parte non gioca». Salvo poi correggersi: «Chi non parte non può giocare perché non c'è». Maradona decise di partire alla vigilia della partita con un aereo privato a sue spese, raggiunse i compagni in albergo e fece un giro nella Piazza Rossa in pelliccia. Scrive ancora Ciro: «Nel suo volto, solo apparentemente sicuro e superbo, si nascondeva un messaggio inequivocabile: “Soltanto quando sono con voi, riesco a restare lontano dalla droga e dai miei problemi...”. Noi avremmo voluto abbracciarlo e tornare a sorridere insieme, tra tutti i rappresentanti della società, però, c'era una grandissima e comprensibile tensione». Maradona, il 7 novembre, partì dalla pachina, così come Ferlaino e Moggi avevano imposto a Bigon. Poi entrò, segnò un rigore ma non bastò. Napoli fuori dalla Coppa dei Campioni. E Maradona fuori dal Napoli. Trentun anni dopo nuovamente si incrociano, e proprio nello stadio dedicato a Diego, le strade degli azzurri e dello Spartak Mosca.

© RIPRODUZIONE RISERVATA