Roma-Napoli, è spareggio Champions: Mazzarri chiede risposte a tutti

I fischi e le contestazioni del post Frosinone bruciano sulla pelle

Walter Mazzarri
Walter Mazzarri
Giuseppe Taorminadi Pino Taormina
Sabato 23 Dicembre 2023, 08:30 - Ultimo agg. 17:57
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Strana vigilia per Walter Mazzarri. È stato lui, a sorpresa, a sollevare il sipario sulla crisi che tormenta il Napoli nel suo interno. L'insoddisfazione, i volti dispersi nel nulla: a poche ore dalla trasferta in casa della Roma è tutto una ricerca della felicità. Pure i tifosi della Curva B, una decina, che hanno chiesto e ottenuto di incontrare nel centro tecnico una piccola delegazione di calciatori azzurri, con Mazzarri e il capo della comunicazione Lombardo, hanno posto questo quesito: «Ce la farete a chiudere la stagione con una vittoria con la Roma e un'altra con il Monza?». Due camionette e due auto della polizia all'esterno, presidiano i campi di allenamento. I fischi e le contestazioni del post Frosinone bruciano sulla pelle. E questi giorni sono stati poco sereni. Nessuno può negare che il Napoli si trova in una strana condizione di straniamento, sospeso tra un passato irripetibile e un presente che non può essere futuro, perché non c'è nulla di futuribile in questo Napoli di Mazzarri. E neppure Mazzarri può pensare troppo al futuro: e nessuno pensi che sia l'uomo di cartone messo lì a fare da traghettatore. Lui vede, comprende e tira pure le somme: vuole un mercato di gennaio con delle risposte ben precise alla sue richieste (almeno un centrale difensivo e un altro posto di Anguissa come minimo sindacale) altrimenti non ci vuole nulla che prenda i sei mesi di contratto e li metta sul tavolo di De Laurentiis. Walter non tirerà a campare, per essere chiari. 

Serve vincere all'Olimpico proprio per dare forza e consistenza a uno spogliatoio descritto da Mazzarri come pieno di energia negativa.

I giocatori sono gli stessi di Spalletti, tutti con un anno in più e con uno scudetto ancora nel cuore e nella testa. E il modulo, per adesso, non può che essere quello della scorsa stagione, dato che né a Garcia prima né a Mazzarri adesso è stata offerta sul mercato la possibilità di inventarsi qualcosa di nuovo. Si è dunque nel pieno di una bizzarra metamorfosi che è bizzarra proprio perché non potrà verificarsi. E infatti non si è verificata. Ma intanto gli impegni incalzano e si fa quel che si può, con la sensazione che il povero Mazzarri non sappia - parole sue - come poter incidere sulla squadra. Né può avergli fatto piacere leggere ancora di Thiago Motta e tutti gli altri, senza neppure uno straccio di citazione da parte di De Laurentiis che gli ha messo tra le mani una vera e proprio bomba a orologeria. 

Zielinski è l'unico dubbio: non è ancora al top. E stasera servono guerrieri. Pronto Cajuste mentre Lindstrom si ferma ancora. Non può permettersi, Mazzarri, di non rischiare Anguissa nella notte dell'Olimpico: con la Roma tornano i titolarissimi. Simeone come Raspadori, per il momento, sono riserve. Il rientro di Mario Rui riporta Natan in panchina. Perché al centro della difesa giocheranno Juan Jesus e Rrhamani. La ferita aperta dal dopo gara con il Frosinone è lì che brucia ancora, più dell'eliminazione dagli ottavi di Coppa Italia. È il segnale di allarme che risuona ancora forte, nonostante Mazzarri da un mese stia provando - tra alti e bassi - a risolvere questa crisi. E in tre punti con il Cagliari avevano lasciato belle sensazioni. 

Dietro le parole di Mazzarri si intravede il tormento, perché non è tranquillo nemmeno lui: è ben poco sereno. E fa una fatica enorme a ostentare il contrario. Parla di massimi sistemi: piacere e privilegio di essere qui. Però qualcosa non torna. In troppe frasi, per inciso, si intravede l'angoscia: «Non riesco a rimediare come vorrei». Parla della preparazione atletica, sa che non si può far nulla per sistemare il deficit accumulato questa estate: il cumulo di problemi anche muscolari che si sono ammassati in questi mesi non ha soluzione. Vigilia strana, questa contro Mourinho: tutti, nelle chiacchiere e nelle riunioni pre-partita, dicono che ce la faranno, e più lo dicono più intuisci che è per farsi coraggio. La classifica è pesante, non è per nulla confortevole: vincere con la Roma significa dare ossigeno alle ambizioni-Champions e a quell'obiettivo quarto posto che è l'unica cosa che conta. 

Contro Mourinho non è mai una gara come le altre. E anche per Mazzarri è così. Una rivalità tra i due comincia nel 2010, quando l'allenatore del Napoli punzecchiò così il portoghese: «Io ho vinto molto di più dello Special One», in risposta alla provocazione del portoghese secondo cui «Mazzarri non ha vinto nemmeno la Coppa Lombardia e la Coppa Toscana e considera avere fatto risultato contro di me qualcosa di molto bello». Walterone rispose: «Mi sento molto simile a Mourinho per come difendo il gruppo». Stasera sarà una gara atipica, piena di insidie e di ombre. E con una certezza: vincere è l'unica cosa che conta. Senza inseguire fronzoli, colpi di tacco ed etichette di «più bello del reame». 

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