Non è casuale che nello stesso giorno, l'ultimo di novembre, il sindaco Gaetano Manfredi e il consiglio comunale abbiano riposto con toni fermi alla pressione esercitata da Aurelio De Laurentiis per la cessione dello stadio Maradona e che la giunta comunale abbia ufficializzato giorno, orario e luogo del conferimento della cittadinanza onoraria a Spalletti. Come se da palazzo San Giacomo volessero dare un ulteriore segnale al club azzurro, da cui il tecnico decise di allontanarsi proprio mentre stava completando l'opera del terzo scudetto.
Il maestro Luciano Spalletti, che ha dato conferma della sua arte portando la Nazionale ad Euro 2024, torna in quella che definì Università di vita.
Luciano Spalletti diventerà cittadino onorario di Napoli - dove non esclude di potere un giorno prendere casa - nella Sala dei Baroni del Maschio Angioino. Luogo iconico, quello dove peraltro il 24 marzo, in occasione del conferimento del Premio Bearzot, tra lui e De Laurentiis scese il grande gelo perché il presidente si prese la scena e comunicò in diretta televisiva che Spalletti sarebbe rimasto a guidare il Napoli anche in questa stagione. Spalletti non si sentiva obbligato dalla Pec inviata dalla società, come avrebbe detto successivamente al presidente annunciandogli di voler chiudere col Napoli.
Questo a Spalletti è il primo meritato riconoscimento per uno dei protagonisti dello scudetto. L'altro, quello per De Laurentiis, tra qualche mese, quando riceverà la laurea honoris causa dalla Federico II per il capolavoro della scorsa primavera e per il continuo esempio di sana finanza applicata al calcio.