Colella dal canto alla regia in scena con la Tosca

La cantante lirica avellinese approda alla regia con il capolavoro di Puccini

La regista avellinese Siria Colella
La regista avellinese Siria Colella
di Massimo Roca
Domenica 28 Gennaio 2024, 00:00
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Da Avellino a Verona, dal canto alla regia. Siria Colella ha percorso la sua strada amando la musica, ma con un approccio di fondo: la curiosità per ogni suo aspetto. Venerdì scorso al Teatro Alfieri di Asti ha portato in scena la Tosca di Puccini, a pochi mesi dall’esordio in regia con La voix humaine di Francis Poulenc.

«La mia è una Tosca basata sui sentimenti, sul trasporto, che è un po’ il mio credo. La mia esigenza di dedicarmi alla regia nasce per riportare il teatro alle emozioni, più che guardare alla spettacolarità della rappresentazione». La scenografia, totalmente di carta dipinta a mano, è stata ritrovata in un magazzino di Bertone, un impresario torinese attivo in ambito operistico: «La mia è una Tosca introspettiva ed emozionante. Ho la fortuna di avere a disposizione un cast con 40 anni di esperienza. Avrei potuto solo dare le posizioni. È stato invece importante fare un lavoro di introspezione emotiva. Vedi lo sguardo di Tosca che guarda il pubblico creando un ponte, un flusso, tra il palcoscenico e la platea. Questo è teatro: è magia, è entrare in un’altra dimensione».

Una Tosca basica: «Con Puccini non si scappa. È tutto scritto con dei riferimenti specifici.

Non ho voluto cambiare ambientazione, né sconvolgere la personalità dei protagonisti, bensì accentuarla per ricreare un’atmosfera reale. C’è l’odio, l’ira furibonda del barone Scarpia, la sensibilità e la forte gelosia di Tosca, l’ingenuità ed il sentimento puro di Mario Cavaradossi: i personaggi di Tosca siamo tutti noi». Il riferimento è la Tosca di Hugo De Ana: «La prossima estate avrò l’onore di essere sua assistente».

Siria è cresciuta in una famiglia in cui si respirava musica. Dal pianoforte del nonno al violoncello di suo padre Marcello, giornalista per anni nella redazione de Il Mattino di Avellino. «In Conservatorio a 13 anni avevo la mia indecisione. Quegli acuti mi avevano però trasmesso qualcosa. Da lì è partito tutto. Dopo il diploma in Canto lirico mi sono trasferita a Verona seguendo la mia insegnante Chiara Angella».

In Arena il passo ulteriore verso la regia: «Pregavo per fare le prove luci, per stare tutta la notte in Arena e non tornare a casa. Mi dicevo “qui dentro vivo”. La regia è costruzione e la costruzione è bellissima. Fare regia non significa banalmente dire ai protagonisti cosa fare sul palco, significa vivere il teatro a 360 gradi. Ho fatto tanta gavetta. Ho visto lavorare grandi persone. Devo ringraziare Stefano Trespidi ed Alberto Gazale. Chi conosce la musica, chi riesce a leggere a fondo uno spartito, riesce anche ad interpretare meglio lo spirito del compositore, a percepire l’essenza dei personaggi e gli stati d’animo. Un musicista ha qualcosa in più dire, da regalare ad una regia di teatro. Condivido le innovazioni che contribuiscono a creare atmosfere più realistiche. Si è persa però la tradizionalità che ci hanno lasciato i compositori. Spesso il tutto viene riletto e condito con effetti speciali che sovrastano l’atmosfera». Dopo Alba ed Asti si spera di portare questa Tosca altrove. Ci saranno comunque tanti lavori da affrontare. Colella sarà assistente alla regia per Otello, Falso tradimento, Tosca, La Bohème e Le Villi di Puccini, per l’Aida di Verdi: «Chiuderò l’anno ancora con Puccini per la mia terza regia nella Madame Butterfly».

Colella fa la spola tra Verona e Sassari dove il compagno Alberto Gazale è direttore artistico del teatro: «Manco ad Avellino da 10 anni. C'è sempre il richiamo della propria terra d’origine e la voglia di dare, più che dimostrare, qualcosa. Fai il giro del mondo, conosci, apprendi, impari, e non vedi l’ora di tornare a casa per regalare ciò che hai raccolto. Spero di essere ad Avellino presto».

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