“L’ultima crociata” neopop di Pesce

L’installazione dell’artista nella chiesa dell’Annunziata a Mercogliano nell’ambito della programmazione 2024 della Candelora

L'installazione dell'artista Pesce
L'installazione dell'artista Pesce
di Sabina Lancio
Sabato 27 Gennaio 2024, 00:00
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Un esercito di santi, madonne, martiri e beati in resina policroma attende di essere posizionato nella chiesa monumentale dell’Annunziata vecchia, nel centro di Mercogliano, per dare vita all’installazione L’ultima crociata. Il perdono dell’artista neopop Piergiuseppe Pesce, nell’ambito della programmazione 2024 della Candelora.

Una processione statica, compatta, ma in cammino verso la redenzione, è riuscita a spalancare eccezionalmente le porte, da molto tempo chiuse, di un bene architettonico risalente al 1400 e distrutto dal terremoto dell’Ottanta, avviando così un percorso, oltre che artistico e culturale, anche di rigenerazione urbana. L’opera dell’artista di origini napoletane, che racconta il mondo attraverso l’accostamento di simboli di culture diverse, dal graffitismo urbano, ai fumetti, al design, e mixando talvolta simboli religiosi con figure della società contemporanea, sarà inaugurata lunedì 29 gennaio, alla presenza dello stesso autore, insieme a Don Vitaliano Della Sala ed Enrico Mascilli Migliorini.

È stato il parroco di Mercogliano a voler ospitare l’installazione che, per la prima volta, sarà esposta insieme alla provocatoria collezione di Pesce Ventesimo secolo nella quale, recuperando la critica provocatoria del movimento Dada e il graffiante cinismo della Pop Art, l’artista rivolge la sua attenzione ai linguaggi della società dei consumi. Legandoli, attraverso un linguaggio critico e ludico allo stesso tempo, alle icone religiose. Così ci troveremo davanti una Madonna che da un lato poggia sulle sue gambe Gesù Bambino, dall’altro abbraccia Bart Simpson. E ancora, Hitler vestito da Biancaneve, Gesù con il volto di Paperino e Spiderman tra le braccia di due Madonne nella rivisitazione neo pop della Pietà di Michelangelo. La carrellata di personaggi e simboli che l’artista propone rappresenta un grande riassunto delle contraddizioni del secolo scorso, attraverso un linguaggio moderno e la rottura degli schemi tradizionali che raccontano il mondo.

Nelle sue opere tutto si mescola, si riproduce, si nasconde e poi si ripropone all’interpretazione soggettiva di chi osserva. Curata da Ri.Genera Impresa Sociale, con la direzione creativa di Massimo Saveriano e il sostegno del comune di Mercogliano, la mostra sarà aperta al pubblico fino a fine febbraio. Una liturgia dell’arte che si fonderà con l’anima dell’artista e quella dei visitatori, ai quali è chiesto di rendere viva, con le proprie sensazioni, la schiera di simboli, corone, veli e statue, esposta nel 2006 a Spoleto, nel 2011 a Gualdo Tadino, dove Pesce risiede attualmente, e accolta nel 2013 a Gubbio. Nell’unica e spoglia navata dell’Annunziata vecchia, cambierà ancora volto e si rinnoverà, guardando all’altare maggiore. Un modo per celebrare l’arte e la società contemporanee in occasione della Candelora, festa che apre l’anno mariano con la tradizionale Juta dei femminielli al Santuario di Mamma Schiavona, divenuta a Mercogliano l’occasione per alimentare il significato politico e sociale della salita verso Montevergine e della sosta nel comune alle falde del Partenio, con dibattiti, spettacoli, approfondimenti che ruotano attorno al vero senso, l’incontro delle diversità. È quello che gli organizzatori e in particolare Don Vitaliano propongono, anche attraverso l’installazione di Pesce, ai visitatori.

Con la speranza che nessuno si indigni, come accaduto lo scorso dicembre per il presepe con due Madonne.

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