Benevento, rapina al consorzio Agrario: ingannano i vigilantes fuga con la cassaforte

Il bottino ammonta a diecimila euro in contanti

Benevento, rapina al consorzio Agrario
Benevento, rapina al consorzio Agrario
di Enrico Marra
Sabato 6 Aprile 2024, 08:23
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L'allarme era scattato poco dopo la mezzanotte presso la centrale operativa di un istituto di vigilanza. Ma una pattuglia di vigilantes recatasi in via 25 luglio, al rione Ferrovia, sede del Consorzio agrario provinciale, aveva dovuto constatare che i cancelli erano chiusi e non mostravano manomissioni. Pertanto, i vigilantes avevano archiviato l'intervento come falso allarme. Ieri mattina, però, all'apertura degli uffici del Consorzio, poco prima delle 8, i dipendenti hanno fatto scattare subito l'allarme con una telefonata al 113.

Durante la notte, infatti, alcuni malviventi (dovrebbero essere almeno quattro o cinque), erano penetrati all'interno dell'edificio, attraverso una porta secondaria, una di quelle destinate alla sicurezza in caso di emergenze, e si erano impossessati della cassaforte. Il bottino, dopo i primi accertamenti, ammonta a diecimila euro in contanti, oltre ad assegni e titoli, che chiaramente sono stati immediatamente bloccati.

Sul posto sono giunti gli agenti delle volanti della Questura, la polizia scientifica e gli agenti della squadra mobile. Si è così potuto ricostruire che i malviventi, una volta entrati all'interno dell'edificio, sono andati a colpo sicuro al piano terra, presso l'ufficio contabile. Qui c'era una cassaforte, dalle dimensioni di un mobiletto, ancorata al pavimento.

Nonostante il peso consistente, i malviventi sono riusciti a sradicarla dal pavimento e a portarla all'esterno, caricandola su un furgone. Poi si sono dileguati.
La zona antistante l'edificio è composta da ampie aree, alcune delle quali destinate ad accogliere veicoli, ed è sottoposta a videosorveglianza per ragioni di sicurezza, come tra l'altro indicano i cartelli esterni.

Ma gli agenti della polizia scientifica hanno potuto constatare che alcune di queste telecamere non erano funzionanti perché guaste. Pertanto, la ricostruzione del colpo attraverso gli occhi elettronici è stata parziale. Si è potuto però appurare che hanno agito più persone, incappucciate. Ma gli agenti che hanno indagato hanno puntato anche sulle immagini registrate da altre telecamere collocate in zona, tenuto conto che il tutto è avvenuto a pochi metri dalla stazione ferroviaria centrale, soprattutto per risalire al veicolo adoperato per trafugare la cassaforte. Le modalità del colpo fanno ritenere che ad agire sia stata una banda specializzata in questo genere di furti, certo non appartenenti alla microcriminalità locale, che è solita prendere di mira i distributori di bevande. Chi ha messo a segno il colpo aveva una perfetta conoscenza dei luoghi, dell'edificio, delle vie d'accesso, dell'ubicazione della cassaforte, al punto da non dover girovagare in altri locali.

 

Si profila, quindi, l'ipotesi di un piano organico, per la buona riuscita del colpo. Anche la neutralizzazione dell'allarme, con l'espediente di rinchiudersi all'interno, per non innescare l'intervento dei vigilantes, riprova la perfetta conoscenza di tutto ciò che riguardava la struttura.
Un furto che ripropone il problema della vigilanza in città nelle ore notturne. Infatti il furto alla farmacia «Mercaldo» al rione Libertà, anche in quel caso con allarme disattivato, e questo al Consorzio agrario, ripropongono la necessità di escogitare nuove misure anti-mala, tenuto conto che i raid avvengono esclusivamente di notte. Nella consapevolezza che le forze dell'ordine, pur schierando più pattuglie, hanno difficoltà a controllare territori di notevoli dimensioni.

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