«Per non restare laggiù»: Marilena Lucente al Capua il Luogo della Lingua festival

Dialogo con Emanuele Bosso, direttore editoriale della Edizioni Cento autori e Digital Creator da oltre ventinovemila follower

Marilena Lucente
Marilena Lucente
di Mariamichela Formisano
Lunedì 10 Luglio 2023, 15:18
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Scrittrice e direttrice dei laboratori di scrittura del Capua il luogo della lingua, Marilena Lucente ha presentato alla diciottesima edizione del festival il suo libro dal titolo "Per non restare laggiù" (Edizioni Cento Autori).

«È la storia di Maurizio Ranieri, un ragazzo che ripercorre la sua vita il giorno prima della sua tesi di laurea - spiega Marilena Lucente - Un appuntamento che non ci sarà perché non ha sostenuto neanche un esame. Ed è il racconto di una lunga notte in cui ogni personaggio della storia si prepara all'evento confrontandosi con la propria verità, navigando tra le tante bugie che ha detto a se stesso e agli altri».

E sul laboratorio di scrittura da lei diretto, dal titolo "Raccontarsi", che si è appena concluso, quale è il bilancio?

«Mi piace da sempre la declinazione riflessiva del verbo "raccontare".

Ed è quello che tutti i giovedì abbiamo fatto con il laboratorio di scrittura del festival dei linguaggi: abbiamo raccontato noi stessi, ci siamo raccontati agli altri attraverso una reciprocità di narrazione che è stata la cifra dei nostri incontri. Perché siamo fatti di storie, in virtù delle quali ci incontriamo una volta alla settimana, per leggerci e parlarne insieme. In occasione del festival, poi, abbiamo scritto una lettera alla felicità. Epicuro scrisse una lettera sulla felicità, noi abbiamo osato dare del "tu" a questo sentimento dedicandogli  un lungo discorso dentro il quale si racchiude la parola più bella e fondamentale per il nostro laboratorio: insieme».  

In dialogo con la scrittrice Emanuele Bosso, direttore editoriale della Edizioni Cento autori e Digital Creator per la sua pagina Instagram che conta oltre ventinovemila follower.

«Sono un creatore di contenuti digitali - spiega - che promuovono libri e viaggi. In realtà sono le mie due grandi passioni ed ho trovato il modo di intrecciarle insieme andando sui luoghi dei romanzi che mi appassionano per farli conoscere ai lettori digitali che mi seguono su Instagram».

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Emanuele Bosso non ha mancato di sottolineare l'importanza di partecipare al festival, diretto da Giuseppe Bellone, che da da diciotto edizioni coniuga i linguaggi della cultura nella città del Placito Capuano, primo documento scritto in volgare datato 960 d.C..

E quale sia il linguaggio più apprezzato dai giovani lettori, Bosso ha risposto:

«Credo sia quello che rispetta e, al tempo stesso, smonta un racconto. Questo è necessario per renderlo meno complesso, ed è ciò che facciamo attraverso i social, attraverso le immagini, tentando di raccontare storie nelle quali i lettori hanno la necessità di riconoscersi. Ed essere nella squadra del Capua il Luogo della Lingua festival è un modo per uscire dallo schermo digitale per incontrare i lettori di persona. E luoghi meravigliosi come questi aggiungono agli incontri qualcosa d'importante».

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