La misura è sul tavolo. Un bonus benzina destinato soltanto ai redditi bassi per attutire l’aumento del prezzo al distributore ormai arrivato stabilmente a ridosso dei due euro al litro per la verde. Il nodo restano le coperture. Grazie all’aumento del petrolio e quindi dei rifornimenti, il governo ha incassato fino ad oggi poco più di 2 miliardi di Iva in più del previsto. La spinta di ampi settori della maggioranza, è quella di “restituire” queste somme agli automobilisti. Ma il progetto non prevede di passare per un taglio delle accise come aveva fatto il governo Draghi. Per due ragioni. La prima è il costo proibitivo, visto che un taglio di 25 centesimi come quello rimasto in vigore fino alla fine dello scorso anno ha un costo di 1 miliardo al mese. Ma c’è soprattutto una seconda ragione per la quale il governo non ha intenzione di ricalcare le orme di Draghi. Uno sconto sulle accise andrebbe a beneficio di tutti gli automobilisti, da chi fa il pieno all’utilitaria per andare al lavoro, fino a chi riempe il serbatoio magari alla sua Ferrari per andare in vacanza. Non distingue cioè, da chi è in difficoltà da chi invece non soffre alcuna riduzione sostanziale del suo reddito.
Bonus benzina per i redditi più bassi, Urso: «Lo strumento sarebbe simile alla social card»
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Da qui l’idea di una misura “una tantum”, quella che parlando con Il Messaggero, il ministro dello Sviluppo economico ha definito un «bonus benzina» per i redditi bassi.
Così come più complicate appaiono altre proposte, come quelle avanzate dalla Lega che vorrebbe iniziare a sforbiciare qualcuna delle voci che compongono l’accisa. Non va dimenticato che quest’ultima è una voce importante del bilancio pubblico, tra le più rilevanti per il gettito annualmente raccolto. Tanto importante che anche “restituire” l’Iva in più incassata comporterebbe una riduzione marginale del prezzo della benzina. Nel decreto sulla Trasparenza, quello che a inizio anno ha imposto ai distributori di pubblicare il prezzo medio della verde, è stata inserita anche un meccanismo di accisa mobile, ossia un sistema per tagliare automaticamente il prezzo della benzina man mano che quello del petriolio sale. Ma questo sistema non è stato fatto scattare fino ad ora dal governo, anche perché per ogni 10 centesimi di aumento alla pompa il taglio dell’accisa si limiterebbe a poco più di due centesimi. Si spenderebbe molto per ottenere poco. Meglio insomma, concentrare le risorse e puntare eventualmente di nuovo su un bonus. A. Bas
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