Bonus benzina per i redditi bassi, ipotesi del bis dei 150 euro. Requisiti e coperture, ecco come funziona

La misura, già sperimentata dal governo Meloni, avrebbe un costo di 2 miliardi come l'extra-gettito Iva

Bonus benzina per i redditi bassi, ipotesi del bis dei 150 euro. Requisiti e coperture, ecco come funziona
Bonus benzina per i redditi bassi, ipotesi del bis dei 150 euro. Requisiti e coperture, ecco come funziona
di Andrea Bassi
Domenica 27 Agosto 2023, 21:59 - Ultimo agg. 29 Agosto, 09:02
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La misura è sul tavolo. Un bonus benzina destinato soltanto ai redditi bassi per attutire l’aumento del prezzo al distributore ormai arrivato stabilmente a ridosso dei due euro al litro per la verde. Il nodo restano le coperture. Grazie all’aumento del petrolio e quindi dei rifornimenti, il governo ha incassato fino ad oggi poco più di 2 miliardi di Iva in più del previsto. La spinta di ampi settori della maggioranza, è quella di “restituire” queste somme agli automobilisti. Ma il progetto non prevede di passare per un taglio delle accise come aveva fatto il governo Draghi. Per due ragioni. La prima è il costo proibitivo, visto che un taglio di 25 centesimi come quello rimasto in vigore fino alla fine dello scorso anno ha un costo di 1 miliardo al mese. Ma c’è soprattutto una seconda ragione per la quale il governo non ha intenzione di ricalcare le orme di Draghi. Uno sconto sulle accise andrebbe a beneficio di tutti gli automobilisti, da chi fa il pieno all’utilitaria per andare al lavoro, fino a chi riempe il serbatoio magari alla sua Ferrari per andare in vacanza. Non distingue cioè, da chi è in difficoltà da chi invece non soffre alcuna riduzione sostanziale del suo reddito.

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Da qui l’idea di una misura “una tantum”, quella che parlando con Il Messaggero, il ministro dello Sviluppo economico ha definito un «bonus benzina» per i redditi bassi.

Come potrebbe funzionare? In realtà ci sono alcuni meccanismi che appaiono abbastanza oliati. Come per esempio il «bonus anti-inflazione» da 150 euro stabilito dal decreto aiuti-ter dello scorso anno e, in parte, versato proprio questo mese. Il bonus da 150 euro è andato a tutti i lavoratori dipendenti, agli autonomi e ai pensionati, con un reddito lordo annuo inferiore a 20 mila euro, ed è stato pagato direttamente dall’Inps. Un aiuto che, tra l’altro, ha fatto seguito ad un altro bonus da 200 euro erogato lo scorso anno nel pieno della crisi energetica dovuta alla guerra in Ucraina. Quanto costerebbe replicare questa misura? Poco meno di due miliardi di euro, una cifra molto simile dunque, a quella incassata dallo Stato con il gettito extra dell’Iva. Il bonus anti-inflazione da 150 euro ha avuto un costo di 350 milioni per i pensionati, di 412 milioni per i lavoratori autonomi e di circa un miliardo di euro per i dipendenti. Questi ultimi hanno ricevuto l’aiuto direttamente nelle loro buste paga dal datore di lavoro al quale le somme sono poi state rimborsate dall’Inps. Sarebbe una strada percorribile e probabilmente anche più rapida di quella di una nuova social card ventilata dal ministro Urso che inevitabilmente comporterebbe tempi più lunghi.

Così come più complicate appaiono altre proposte, come quelle avanzate dalla Lega che vorrebbe iniziare a sforbiciare qualcuna delle voci che compongono l’accisa. Non va dimenticato che quest’ultima è una voce importante del bilancio pubblico, tra le più rilevanti per il gettito annualmente raccolto. Tanto importante che anche “restituire” l’Iva in più incassata comporterebbe una riduzione marginale del prezzo della benzina. Nel decreto sulla Trasparenza, quello che a inizio anno ha imposto ai distributori di pubblicare il prezzo medio della verde, è stata inserita anche un meccanismo di accisa mobile, ossia un sistema per tagliare automaticamente il prezzo della benzina man mano che quello del petriolio sale. Ma questo sistema non è stato fatto scattare fino ad ora dal governo, anche perché per ogni 10 centesimi di aumento alla pompa il taglio dell’accisa si limiterebbe a poco più di due centesimi. Si spenderebbe molto per ottenere poco. Meglio insomma, concentrare le risorse e puntare eventualmente di nuovo su un bonus. A. Bas

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