Cure sbagliate, 62enne morì l'Asl dovrà pagare un milione

Per i giudici i medici trascurarono le complicanze di un incidente domestico

Cure sbagliate, 62enne morì l'Asl dovrà pagare un milione
Cure sbagliate, 62enne morì l'Asl dovrà pagare un milione
di Dario Sautto
Venerdì 1 Marzo 2024, 07:24 - Ultimo agg. 13:03
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Una diagnosi sbagliata costò la vita a una paziente. Un presunto caso di malasanità, ora certificato da una sentenza civile che ha riconosciuto un maxi risarcimento ai familiari di una donna di 62 anni, residente in provincia di Napoli, che perse la vita nel giro di 24 ore e dopo un'odissea tra due ospedali del Napoletano. A distanza di cinque anni dalla tragedia, arriva un risarcimento record per i suoi familiari. L'Asl Napoli 3 Sud è stata condannata per «grave negligenza medica causante il decesso di una paziente a seguito di ricovero presso l'Ospedale di Boscotrecase» come scrivono in sentenza i giudici del tribunale civile di Torre Annunziata, che nei giorni scorsi hanno emesso la sentenza con la quale hanno condannato l'azienda sanitaria locale a versare un risarcimento di un milione ai familiari di una donna vittima di malasanità.

I fatti risalgono a luglio 2019, quando la paziente, una donna di 62 anni, fu trasportata dai familiari all'ospedale di Boscotrecase a causa di una caduta in casa.

Sembrava un banale incidente domestico, però, si trasformò in 24 ore in tragedia. Dopo i primi accertamenti, alla paziente fu riscontrata una microfrattura a una gamba e non furono eseguiti ulteriori esami. Secondo quanto emerso dalla delibera di pagamento dell'Asl Napoli 3 Sud, però, i sanitari furono «negligenti» poiché si concentrarono sulle lesioni ossee della paziente, trascurando complicanze più gravi. 

Per i giudici, dunque, la 62enne non ricevette una diagnosi corretta e completa, con una conseguente una terapia, non riscontrando una tromboembolia polmonare che, purtroppo, ebbe esiti fatali. Il tutto, hanno stabilito i giudici anche in virtù di una consulenza medico-legale, nonostante gli esami eseguiti avessero evidenziato la necessità di terapie anticoagulanti. 

Dopo le visite ortopediche, la donna venne dimessa con una semplice prescrizione di antidolorifici, senza la somministrazione di eparina, prevista in casi del genere. Il tragico epilogo si verificò tra la notte e il primo mattino successivo, quando la 62enne accusò un malore e perse la vita durante il trasporto verso un altro ospedale «a causa della mancata gestione della sua condizione medica» secondo quanto stabilito dai giudici.

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La denuncia dei familiari portò alla successiva autopsia sulla salma della donna, che ha permesso di ricostruire le ultime ore di vita della 62enne, deceduta a causa di una embolia polmonare che le causò un malore nel corso della notte, che risultò fatale prima dell'arrivo della paziente nel secondo ospedale. Anziché perseguire il versante penale, i familiari della 62enne hanno deciso di affidarsi allo Studio Associati Maior, composto dagli avvocati Michele Francesco Sorrentino, Filippo Castaldo e Pierlorenzo Catalano, nonché dal dottor Marcello Lorello (medico-legale), che hanno deciso di presentare richiesta di risarcimento dei danni in sede civile, evidenziando «la responsabilità dell'Asl Napoli 3 Sud nel garantire la sicurezza e l'appropriatezza delle cure».

Nei giorni scorsi, a chiusura di un complesso iter processuale, il tribunale civile di Torre Annunziata ha chiuso il giudizio in favore dei familiari della paziente, riconoscendo loro un maxi risarcimento per la perdita della 62enne. «Il forte dolore che questa vicenda ha causato non potrà essere cancellato fanno sapere i familiari della donna attraverso i loro legali e nessun importo economico, seppur elevato, potrà mai ripagare la sua scomparsa». 

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