Napoli Est, ultimi tuffi nel mare di San Giovanni tra divieti e degrado

Soltanto due piccole spiagge sono utilizzabili per l'elioterapia

Il mare di San Giovanni
Il mare di San Giovanni
di Alessandro Bottone
Domenica 3 Settembre 2023, 18:32
4 Minuti di Lettura

Ultimi tuffi sul litorale orientale di Napoli. Tanti bagnanti hanno scelto il mare di San Giovanni a Teduccio per godersi la calda domenica di fine estate. Il tratto di costa dell'ex quartiere industriale di Napoli Est, in attesa della riqualificazione e della piena riconsegna alla collettività, è particolarmente frequentato nonostante divieti e degrado che, nelle ultime settimane, sono accompagnati da una particolare confusione.

Il mare è negato a bagnanti e pescatori da diversi lustri. Difatti, vige ancora il divieto di balneazione sia per le acque della cosiddetta "spiaggia del municipio", ossia il lungo tratto compreso tra l'ex depuratore Boccaperti e l'ex Corradini, sia a Pietrarsa, ai piedi del museo ferroviario e della passeggiata. Qui si sono concentrati i controlli dell'agenzia regionale Arpac che finora hanno restituito una situazione di normalità sui principali batteri: nei prelievi del 2023 non sono stati registrati sforamenti dei livelli di Enterococchi intestinali e di Escherichia coli.

La classificazione dello specchio di mare resta, però, invariata: è valutata come "scarsa" visti gli scarichi presenti in zona ai quali sono da ricondurre la presenza di rifiuti e di acqua torbida.

 

Non va meglio per le spiagge che, almeno ufficialmente, risultano "chiuse" così da permettere le attività di analisi e i controlli previsti dal recente nuovo accordo per il SIN Napoli Orientale. Sulla carta gli arenili di San Giovanni, infatti, restano sostanzialmente sottratti al pubblico utilizzo e soltanto due tratti sono stati recentemente riammessi all'utilizzo da parte dei cittadini per la sola elioterapia. Detto altrimenti, la tintarella è consentita esclusivamente sulle due piccole spiagge accessibili da vico II Marina (sono quelle cerchiate in rosso nell'immagine sottostante). Pochi metri quadrati di spiaggia che si fanno spazio tra la sporcizia e i pericoli della banchina devastata dalle mareggiate e mai riparata.

L'accesso dei cittadini è previsto da una ordinanza dell'autorità portuale sulla scorta degli esiti dei rilievi svolti dal Comune Napoli e di quanto previsto nell’analisi di rischio curata da Arpa Campania. L'atto è importante in quanto mette in evidenzia anche le aree risultate contaminate (sono i poligoni con tratteggi in rosso nella figura che segue) per le quali sono necessari interventi di bonifica. Entrambi gli spazi, però, risultano ad oggi accessibili a chiunque e sono quotidianamente utilizzati da bagnati e pescatori. Sul posto non ci sono indicazioni su quanto prescritto e le uniche informazioni disponibili sono quelle relative al divieto di balneazione e alla chiusura degli spazi demaniali in caso di maltempo.

L'abbandono della costa orientale è evidente dalle condizioni degli arenili, specie la "spiaggia del municipio" rovinata da rifiuti di ogni genere molti dei quali sono residui dell’attività di pesca e materiali restituiti dal mare. L'incuria riguarda anche l'area dei servizi igienici realizzati recentemente con soldi pubblici sfruttando alcuni locali del depuratore dismesso da anni. Le erbacce ricoprono ciò che resta delle docce rese inutilizzabili dai vandali e dalla furia del maltempo mentre i bagni sono chiusi.

Intanto il Comune di Napoli lavora per rendere fruibile le spiagge di San Giovanni a Teduccio alle persone con disabilità. Palazzo San Giacomo ha acquistato pedane, bagni chimici e docce da installare sulle due spiagge più grandi (quelle di vico I Marina e del Municipio, ad oggi formalmente negate) utilizzando 115mila euro da fondi messi a disposizione dalla Regione Campania. Sullo sfondo interventi più ambiziosi e consistenti che prevedono la rigenerazione dell'intero tratto di costa così da restituirlo ai cittadini: dalla terrazza al mare al posto dell’ex impianto di depurazione ai sottopassi pedonali, dalla riqualificazione dei capannoni dell'ex Corradini al completamento dei lavori per eliminare gli scarichi in mare. Un sogno rispetto alla cruda realtà.

© RIPRODUZIONE RISERVATA