Napoli, addio museo della Metro: il deposito Anm è occupato dagli abusivi

Blitz nel deposito Anm “Stella Polare” ci sono famiglie rom con donne e bimbi

Il deposito Anm occupato
Il deposito Anm occupato
di Paolo Barbuto
Sabato 15 Aprile 2023, 23:50 - Ultimo agg. 17 Aprile, 07:20
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C’è un gruppo di architetti e ingegneri che, dall’inizio di gennaio, sta lavorando al progetto esecutivo per trasformare il deposito «Stella polare» dell’Anm in un museo dei reperti antichi ritrovati durante gli scavi della Metropolitana di Napoli.

C’è un gruppo di abusivi che, da qualche giorno, s’è insediato stabilmente all’interno di quel deposito che dovrebbe diventare un museo: le stanze un tempo destinate agli autisti, trasformate in camere d’appartamento; la gigantesca area parcheggio adattata a ricovero per le auto degli occupanti; le chiavi del nuovo lucchetto che chiude l’immenso cancello con la scritta «Anm» nelle mani dei nuovi padroni di quel luogo. C’è un’intera porzione di città, quella che dovrebbe intervenire immediatamente e proibire certi eventi, che assiste allo scempio delle occupazioni, anche di questa, senza nemmeno provare ad opporsi.

Il blitz che ha portato all’occupazione del deposito «Stella polare» risale certamente a qualche settimana, almeno a giudicare dalle modifiche già apportate alla struttura, dove il gruppo di rom che si è insediato, ha avuto il tempo di sistemarsi con cura.

Le stanze dove si fermavano gli autisti sono già allestite come comode casette: tende, divani, letti. Ci sono anche gli allacci alla corrente elettrica e alla rete idrica, forse ottenuti con pratiche illegali, forse già a disposizione degli occupanti. 

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Nella gigantesca area di parcheggio che un tempo ospitava gli autobus dell’Anm, si intravedono dall’esterno (l’ingresso è severamente vietato ai non residenti) almeno tre automobili e un furgoncino; nel grande spazio i bambini giocano con un pallone, in un angolo già iniziano ad ammassarsi gli oggetti che vengono recuperati in giro, soprattutto dall’immondizia, e portati qui in attesa di nuovi utilizzi.

Per tutelare l’ingresso al deposito, gli occupanti hanno anche posizionato una catena leggermente discosta dal cancello, serve ad evitare la sosta e a consentire un comodo passaggio per le loro vetture. Davanti al portone è stato anche attaccato, con del filo di ferro, uno sgangherato cartello di divieto di sosta e di fermata: si tratta di un segnale stradale che proviene dalla città di Roma e prevede che la sosta sia consentita solo ai mezzi dell’Atac, l’azienda di trasporti capitolina. Chissà quando è stato prelevato quel cartello che oggi viene utilizzato per tutelare la comodità degli occupanti abusivi.

Alla fine di dicembre è stato ufficialmente affidato il mandato, a un gruppo di architetti e ingegneri, per realizzare la progettazione esecutiva relativa alla trasformazione degli ambienti del deposito dismesso dall’Anm. Secondo le intenzioni dell’amministrazione in quell’immobile (valutato dal Comune 4,5 milioni di euro nel 2022) dovrà nascere un museo destinato ad ospitare tutti i ritrovamenti archeologici venuti fuori durante gli scavi della metropolitana di Napoli, oggi custoditi in capannoni presso il deposito dei treni della metro a Piscinola. 

La nuova destinazione museale, finanziata con 8 milioni nel Piano di Azione e Coesione di Napoli, prevede il trasferimento di tutto il materiale e la valorizzazione di una larga parte dei reperti con un’area destinata all’esposizione. Il progetto condiviso con la Soprintendenza, chiamato «Archeolab», ipotizza anche spazi per i ricercatori, zone per lo stoccaggio dei reperti che non andranno in mostra, spazi realizzati ad hoc per ospitare le navi romane recuperate durante gli scavi di piazza Municipio.

Sulla questione c’è stata una richiesta ufficiale di intervento da parte del presidente della commissione mobilità, Gaetano Simeone, il quale ha chiesto all’Amministrazione di sapere cosa accade in quel deposito e se ci sono possibilità di interventi immediati per liberare l’area. Già a febbraio c’era stato un intervento della polizia municipale per scacciare un piccolo gruppo di occupanti. In quel caso l’azione fu realizzata senza difficoltà, stavolta, invece, la presenza di donne e bambini potrebbe rendere più complesse le eventuali operazioni di sgombero: «Io mi auguro che si intervenga presto - spiega Simeone - per dare un segnale forte ed impedire che eventi analoghi si possano ripetere anche in altri depositi Anm attualmente dismessi. Bisogna fermare sul nascere queste iniziative, a tutela di beni che appartengono a tutti i napoletani».

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