Napoli, ai Quartieri Spagnoli torna la fiera del falso: «Così Napoli perde la sua identità»

Blitz e sequestri sono sempre più frequenti ma l'assalto dei mercanti continua

La fiera del falso ai Quartieri Spagnoli
La fiera del falso ai Quartieri Spagnoli
di Antonio Folle
Domenica 27 Agosto 2023, 18:00 - Ultimo agg. 28 Agosto, 08:10
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Anche quest'oggi, complice il clima favorevole e la ancora più favorevole congiuntura economico-politica di questi ultimi mesi, il centro storico di Napoli è stato preso d'assalto da migliaia di visitatori provenienti da ogni parte del mondo. Una fiumana umana che s'è riversata nella principale via dello shopping cittadino e nel quartiere ormai consacrato al culto di Maradona. Via De Deo, la strada dei Quartieri Spagnoli che conduce al celeberrimo murales di Maradona, è ormai stata ribattezzata - sia pure in maniera informale - via Maradona, proprio per l'importanza che riveste l'immagine del Pibe de Oro per la rinascita del territorio. Alla ormai tradizionale e festante folla di turisti, però, anche oggi si è accompagnata l'ormai altrettanto tradizionale presenza di venditori abusivi di merci contraffatte: decine di venditori di ogni nazionalità - non mancavano i napoletanissimi venditori di gadget dedicati a Maradona - che hanno invaso ogni spazio, rendendo in qualche caso addirittura difficile la semplice circolazione pedonale. 

Una piaga, quella della presenza dei famigerati venditori di falso, che non risparmia alcun angolo della città - la presenza dei venditori è stata segnalata anche a San Gregorio Armeno o nella panoramica via Cesario Console - ma che in via Toledo e in via De Deo trova due dei suoi epicentri. A farla da padrone, ovviamente, i venditori di borse, occhiali taroccati e di magliette del Napoli rigorosamente false. Venditori ormai così spregiudicati da non temere nemmeno il passaggio delle forze dell'ordine. Se fino a qualche tempo fa, infatti, gli abusivi erano soliti darsi alla fuga in presenza delle divise, oggi non solo restano al loro posto, ma in moltissimi casi continuano a mercanteggiare con i potenziali clienti - quasi tutti turisti alla ricerca dell'affare facile - sotto gli occhi di polizia municipale, Guardia di Finanza e polizia di Stato impegnati nelle quotidiane ronde in città. 

 

E non si può nemmeno dire che proprio da parte delle forze dell'ordine manchi l'impegno a contrastare un fenomeno che, a detta di molti negozianti, sta mangiando il commercio legale.

I blitz e i sequestri sono sempre più frequenti ma in moltissimi casi ci si trova di fronte a numero imponente di venditori, impossibile da contrastare con i mezzi tradizionali. Fin dalla conquista dello storico terzo scudetto da parte del Napoli ai Quartieri Spagnoli sono cresciuti a dismisura gli interventi per il contrasto alla falsificazione e alla vendita di prodotti sui quali è apposto illegalmente il marchio del Napoli Calcio. Un enorme giro d'affari che sta snaturando il territorio, trasformandolo in un immenso bazar a cielo aperto dove è possibile acquistare per pochi euro gadget e capi d'abbigliamento prodotti a basso costo - con conseguente bassa qualità - proprio per soddisfare le esigenze di un turismo a caccia dell'affare ad ogni costo e che, in molti casi, arriva a Napoli proprio con la speranza di potersi accaparrare una borsa, un paio di scarpe pezzotte o le famigerate magliette di Maradona con poche decine di euro. 

«Via De Deo - denuncia Patrizia Bussola del Comitato Diritti Essenziali - sta perdendo la sua poesia di luogo di culto del Pibe De Oro. Il Comune dovrebbe tutelare questi 300 metri dall’arrembaggio di decine di ambulanti di merce contraffatta che, soprattutto nei weekend, trasformano il percorso in un Bazar del falso». 

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Ed è proprio all'amministrazione comunale che Giovanni Lombardi, presidente dell'Associazione Sviluppo Centro Antico, ha rivolto l'ennesimo appello per tutelare l'unicità del centro storico di Napoli e salvare - per quanto possibile - la città dal doppio assalto a cui viene quotidianamente sottoposto il centro storico e le principali vie dedicate allo shopping. 

«Largo Maradona - spiega Lombardi - rischia di perdere la sua identità culturale sportiva. È un luogo nato da una emozione collettiva, fatta di abbracci e speranze per una città in affanno sociale. Invitiamo l’amministrazione a sfruttare positivamente il buono di questa esperienza, prima che diventi solo “merce di passaggio” per comitive annoiate e rumorose». 

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