Agguato a Napoli, gambizzato il figlio di un narcos dei Quartieri Spagnoli

Agguato a Napoli, gambizzato il figlio di un narcos dei Quartieri Spagnoli
di Luigi Sabino
Lunedì 27 Giugno 2022, 17:57 - Ultimo agg. 28 Giugno, 07:25
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Si chiama Vittorio Sorriente il ragazzo che la scorsa notte si è presentato al pronto soccorso dell’ospedale  dei Pellegrini con una ferita d’arma da fuoco. Residente in salita Concordia, il 20enne, dopo aver ricevuto le cure mediche del caso, è stato interrogato dai carabinieri della compagnia Napoli Centro arrivati presso il nosocomio cittadino dopo essere stati allertati dai medici. Ai militari, Sorriente ha riferito di essere stato ferito nel corso di un tentativo di rapina ad opera di due sconosciuti che lo hanno affiancato mentre, in sella al suo scooter, percorreva via Foria. Uno dei due rapinatori, ha proseguito la giovane vittima, dinanzi al suo tentativo di fuga, avrebbe, quindi, esploso un unico colpo di pistola che lo ha raggiunto alla gamba sinistra. Una ferita non grave tant’è che Sorriente è stato già dimesso con una prognosi di 10 giorni. 

Tuttavia, sono non pochi i dubbi che il suo racconto ha lasciato negli investigatori dell’Arma. Il sospetto, infatti, è che il 20enne abbia fornito un racconto di comodo per nascondere quanto sia realmente accaduto. Da diversi mesi, infatti, nella zona dei Quartieri Spagnoli, dove abita Sorriente, le forze dell’ordine segnalano violente fibrillazioni negli ambienti della mala causate, soprattutto, dalle intemperanze di giovanissimi ras desiderosi di scalzare i vecchi boss dalle loro posizioni di comando. Poco più di una settimana fa, ad esempio, gli stessi carabinieri furono costretti a intervenire in vico Lungo Gelso dopo che, alcuni sconosciuti, avevano esploso diversi colpi di pistola contro l’abitazione di un altro giovanissimo pregiudicato che, alcuni mesi prima, era stato, anche lui, gambizzato nel corso di un episodio dai contorni nebulosi.

Uno scontro, questo il sospetto degli investigatori, potrebbe aver coinvolto anche Sorriente.

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Il ragazzo, infatti, è persona nota alle forze dell’ordine soprattutto per i suoi legami di parentela. Suo padre Giuseppe fu, infatti, arrestato diversi anni fa nell’ambito di una vasta operazione antidroga. Conosciuto con il soprannome di Peppe Pummarola, fu accusato di essere uno dei principali narcos del centro città con legami non solo con la cosca quartierana dei Di Biase, i famigerati Faiano, ma anche con la potente organizzazione criminale dei Mazzarella di piazza Mercato. Non solo. Dalle indagini si scoprì che Sorriente senior era anche uno dei principali clienti di Biagio Iazzetta, anche lui coinvolto nella medesima indagine, e, all’epoca, esponente di spicco dell’alleanza Abete-Abbinante-Notturno per conto della quale controllava il territorio di Mugnano.

Una curiosità. Gli investigatori, nel corso delle intercettazioni su Sorriente, che gestiva una delle principali piazze di spaccio della zona, scoprirono che l’uomo, come unica precauzione per tutelarsi da eventuali indagini, era solito storpiare il suo cognome quando parlava con i suoi acquirenti. In alcuni casi, infatti, si presentava come Sorrento oppure Amalfi. Un trucchetto, tuttavia, che fu presto svelato dalle forze dell’ordine e che non servì a risparmiargli la galera.

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