Coronavirus, il mare di Napoli Est è limpido ma resta negato

Coronavirus, il mare di Napoli Est è limpido ma resta negato
di Alessandro Bottone
Giovedì 23 Aprile 2020, 19:08
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Le acque cristalline di San Giovanni a Teduccio, nella periferia orientale di Napoli, hanno fatto il giro del web. Il video, girato da una donna che portava a spasso il cane sulla banchina ai piedi del museo ferroviario di Pietrarsa, ha meravigliato i residenti abituati a scene sicuramente diverse. Ma quelle immagini, realizzate nei giorni della quarantena da coronavirus, restituiscono solo una parte della realtà.

In effetti il mare limpido di Napoli Est è solo una illusione della quarantena forzata che vede un calo drastico del traffico marino e delle attività industriali. La situazione resta, però, difficile. Da anni lo specchio d'acqua è negato alla balneazione: nonostante ciò a tuffarsi e immergersi sono in tanti, così come tanti sono quelli che pescano. Ad essere negato non è solo lo specchio di mare in corrispondenza del museo ma anche l'enorme tratto della costa orientale di circa duemila metri, da vicoletto Municipio fino a metà banchina oltre il depuratore di via Boccaperti. Sono considerate «acque non adibite alla balneazione e permanentemente vietate», così come stabilito da una delibera regionale del mese scorso. Dunque, anche quelle a ridosso dell'impianto di depurazione, dismesso da anni, sarebbero da evitare ma sono numerose le persone che le frequentano nonostante i divieti. É da sottolineare il fatto che in questi mesi si sta intervenendo sul collettore Volla che attualmente fa defluire le acque nere proprio in questo specchio d'acqua: attraversando viale 2 Giugno, sfocia in corrispondenza di via Eduardo Pepe. Un altro canale, ovvero il collettore Sannicandro, sfocia accanto il depuratore. Il problema maggiore restano gli scarichi abusivi, difficili da controllare su una costa caratterizzata dalla fitta presenza di abitazioni e fabbriche. Difatti anche nei controlli in mare effettuati dall'agenzia regionale Arpac la scorsa estate risultano livelli di escherichia coli elevati rispetto al valore limite. La trasparenza non è assolutamente un parametro per assicurare la balneabilità e solo i nuovi prelievi effettuati in questi giorni potranno dare un primo riscontro sulla qualità dell'acqua.



«Tutti quelli che frequentano il litorale sanno che d’inverno e in primavera le acque sebbene inquinate sono limpide, perlomeno quelle distanti alcune centinaia di metri dagli scarichi fognari» afferma Enzo Morreale, cittadino di San Giovanni particolarmente attento alle vicende della periferia orientale. «Ora non so se la persistente situazione di limpidezza delle acque è dovuta al perdurare di particolari condizioni meteo-marine oppure ad altro. Non mi risulta che le acque fognarie siano state dirottate in toto nel depuratore. Non mi risulta neanche che le attività petrolifere o della logistica si sono fermate» evidenzia Morreale. «Certo si sono limitate quelle attività produttive che, per esempio, avevano causato la marea rossa qualche settimana fa. Sicuramente è mutata la quantità di detergenti e di disinfettanti che oggi usano le famiglie e con quale impatto sulle acque non saprei. Dobbiamo capire bene, al netto di tutte le condizioni descritte, cosa sta effettivamente avvenendo».

«Il mare non bagna più San Giovanni da troppo tempo ormai, o, almeno, un mare balneabile. Ho quasi 40 anni e vivo la costa del mio quartiere solo attraverso i racconti dei miei genitori e, sinceramente, dubito che un'acqua così compromessa negli anni torni ad essere salubre dopo due mesi di stop alle aziende, soprattutto se non si attiva il depuratore» dice Deborah Divertito della cooperativa Sepofà. «Bisogna affidarsi come sempre alle analisi delle acque per capire se qualcosa sta migliorando in questo senso, resta il fatto che il tratto di costa di San Giovanni è stata sempre oggetto di una politica troppo ammiccante a progetti di ampliamento della zona portuale, anche contro la conservazione di beni di architettura industriale, e poco vicina alla comunità che rivorrebbe il suo mare» sottolinea la cittadina di Napoli Est.

Sono numerose le iniziative che i residenti portano avanti per sensibilizzare le istituzioni a intervenire in modo deciso per recuperare la costa orientale e creare tutte condizioni per un piena valorizzazione.
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