Napoli, l'omicidio di Giogiò: volano sedie contro la comitiva
poi tre spari tra schizzi di maionese

Video della lite culminata nell'omicidio del giovane musicista: «Gli sgabelli del pub usati come clave»

Polizia al Municipio
Polizia al Municipio
di Leandro Del Gaudio, Viviana Lanza
Sabato 2 Settembre 2023, 23:49 - Ultimo agg. 3 Settembre, 16:21
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Un ragazzo che alza una sedia e la scaraventa ripetutamente contro alcuni clienti del ristorante. Sullo sfondo spunta la sagoma di una ragazza che fa parte del gruppo degli aggressori, finanche i clienti del locale che sono costretti a scappare con tanto di testa sporca di maionese. Già, la maionese: quando è scoppiata la lite, per la storia del motorino parcheggiato su un marciapiede da sempre incustodito, alcuni malviventi che hanno preso parte alla rissa hanno continuato a provocare i loro avversari, usando l’astuccio della maionese.

E hanno spruzzato il contenuto addosso a quel gruppo di ragazzi nel quale si scorge la sagoma del 24enne Giovanbattista Cutolo. Picchiati e derisi. Colpi di sedia, poi la pistola. Tutto in una manciata di istanti, tutto raccolto in un video che ha contribuito a far scattare le manette ai polsi del 16enne ritenuto responsabile dell’omicidio del musicista di via Cisterna dell’Olio. Immagini di violenza pura, che sembrano fatte apposta per raccontare le due Napoli: da un lato quelli che sfasciano il locale, picchiando duro, a colpi di sedie brandite come armi improprie; dall’altro il gruppo di studenti e artisti, che alle cinque del mattino di giovedì stavano festeggiando un evento all’interno del locale di piazza Municipio. Ma restiamo alla cronaca dei fatti. 

Difeso dal penalista Davide Piccirillo, il 16enne accusato dell’omicidio di Giovanbattista Cutolo ha confermato la confessione della prima ora.

Ha ammesso di aver sparato e ha spiegato di aver agito per paura, risultando così meno spavaldo e sorridente del primo interrogatorio.

Come è noto, L.B. ha chiarito di aver fornito particolari sul luogo in cui era stata buttata l’arma, ma ha anche sostenuto di aver agito per paura, di aver fatto fuoco per difendersi, di non essere riuscito ad attutire il rinculo del primo proiettile, esplodendo anche gli altri colpi a ripetizione, in modo meccanico. E non è tutto. Ha inoltre dichiarato che la pistola non fosse di sua proprietà, che qualcuno del suo gruppo gliel’avrebbe passata nella concitazione della rissa.

Parole che non hanno convinto il gip Valeria Veschini, che ha invece convalidato il fermo firmato due giorni fa dal pm Francesco Regine. Il minorenne è stato reticente - è il ragionamento del gip - ha fornito una versione di comodo, per abbattere il peso della sua responsabilità. In sintesi, resta l’accusa di omicidio volontario, in uno scenario in cui sono coinvolti anche altri soggetti: sono almeno tre i soggetti denunciati dal pm Danilo De Simone. Fanno parte del gruppo del presunto assassino. Forse hanno maneggiato la pistola, possibile che venga contestata loro una responsabilità diretta nel delitto.

 

Tra questi c’è quello che usa la sedia come un’arma, quello che viene immortalato al centro del video mentre sta sferrando colpi contro i propri avversari. Una ricostruzione decisiva, nell’ottica di chi indaga. Inchiesta condotta dalla Mobile del primo dirigente Alfredo Fabbrocini, si parte proprio da queste immagini. Chiara l’ipotesi: se nel video si vede il gruppo di aggressori che hanno la meglio contro gli amici di Giovanbattista Cutolo, risulta difficile immaginare l’uso dell’arma come un tentativo (smodato) di difendersi. Una ricostruzione, quella offerta dal 16enne, che stride con la violenza raccontata dai frame finiti agli atti del fascicolo ai Colli Aminei. Stando ancora alle immagini, sembra che il 16enne abbia esploso due colpi alle spalle e un terzo colpo dopo qualche secondo. Assistiti dal penalista napoletano Claudio Botti, i genitori del 24enne chiedono l’accertamento delle responsabilità di chi ha provocato la morte dell’artista 24enne. Lunedì mattina, il penalista Claudio Botti potrà partecipare al conferimento di incarico e nominare un proprio consulente. 

Video


Intanto, sui propri canali social (con milioni di follower) interviene il cantante Geolier, con un post dedicato all’ultima sciagura napoletana: «Ai ragazzi di Napoli chiedo di non andare in giro con la pistola, è ora di dire basta alle armi», il senso del suo intervento. 

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